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Libertas, il presidente Cella: «Nessun insulto sessista, noi costantemente denigrati». La lettera

Il presidente interviene in merito alla multa comminata oggi dal Giudice Sportivo al suo club per i "gravissimi insulti sessisti" e il "comportamento dei propri giocatori nel dopo gara". «Mi dissocio da quanto scritto su Facebook dal nostro dirigente Confalonieri»

In merito alla multa comminata oggi dal Giudice Sportivo alla Libertas - società multata per “gravissimi insulti sessisti rivolti alla direttrice di gara domenica dal proprio pubblico e anche  per il comportamento dei propri atleti “giocatori non identificati della società Audax Calcio Libertas picchiavano contro la parete interna che divide lo spogliatoio della squadra di casa dallo spogliatoio dell'arbitro, urlando frasi gravemente ingiuriose nei confronti del direttore di gara” - interviene il presidente del club piacentino, Cella,  per chiarire alcuni punti.
Di seguito il testo integrale della sua lettera

“Non sarei più voluto tornare su tali argomenti. Tuttavia, mi trovo comunque nell’obbligo di dover precisare che domenica ero presente in tribuna e non ho sentito alcuna espressione di carattere sessista; ho sentito sì espressioni ed insulti all’arbitro, come capita ahimè di sentire in ogni partita, anche nelle categorie giovanili, e che ritengo comunque INACCETTABILE in ogni contesto. Da sempre condanno ogni insulto rivolto all’arbitro e sono il primo a non sopportare certi atteggiamenti, per cui, quando li sento, sono solito a redarguire chi li persegue. Stessa cosa ho visto sempre fare dal nostro associato Paolo Confalonieri, che anche la scorsa domenica dagli spalti ha invitato alla calma i tifosi più agitati, che non erano certamente solo i nostri; per cui nulla di anomalo posso segnalare in merito al suo comportamento tenuto domenica in tribuna, potendo peraltro testimoniare che lui è sempre il primo ad invitare avversari ed arbitri ad unirsi al nostro “terzo tempo” dopo la partita, proprio per creare un clima solidale.
Tuttavia, mi devo personalmente dissociare da quanto lo stesso abbia eventualmente poi potuto commentare sulle proprie pagine social, pur non notando nulla di sessista anche in questo caso; nonostante ciò rappresenti un proprio personale pensiero, peraltro espresso sulla propria pagina Facebook privata, ciò evidentemente non ha nulla a che vedere con la posizione della società, e in ogni caso poteva essere comunque evitato, stante la posizione da lui ricoperta.


Per il resto, facciamo tesoro della sanzione comminata di € 300,00, inviteremo i nostri giocatori ed il nostro staff a non rivolgere più alcuna lamentela nei confronti del direttore di gara e, se servirà a cambiare l’ambiente del calcio stemperandone gli animi, ben venga fare anche la parte dell’agnello sacrificale.
Ci tengo però a ricordare che il nostro sodalizio sportivo è nato a luglio 2020 in piena emergenza pandemica; ciò nonostante, in due anni sono stati effettuati investimenti sulle strutture per oltre 90 mila euro, senza aiuti da parte di nessuno, se non dei nostri sponsor e dei nostri associati. Siamo partiti da zero, iniziando la prima stagione agonistica già con 70 tesserati nel settore giovanile; siamo ora arrivati a 170 bambini tesserati e, a malincuore, abbiamo purtroppo dovuto successivamente interrompere le iscrizioni, avendo raggiunto un livello di saturazione. Sulla base delle dimensioni raggiunte, abbiamo infatti attualmente CARENZA DI STRUTTURE su cui effettuare gli allenamenti, quando ci sono altre società che hanno strutture in esubero che possono anche permettersi di affittare a terzi, perseguendo così anche scopi di lucro.
Noi finora abbiamo invece sempre fatto il possibile, e spesso anche l’impossibile, con i mezzi disponibili, ma soprattutto grazie al contributo prezioso dei nostri mister ed associati, che prestano la loro attività per puro spirito di volontariato, passione per lo sport ed amore per i ragazzi.
Svolgiamo infatti anche una funzione sociale e di inclusione, offrendo un servizio alle tante famiglie del quartiere, oltreché sportivo, anche ricreativo ed educativo, considerando che oltre il 60% dei nostri tesserati appartiene a diverse etnie e fede religiosa; il tutto testimoniato anche dal recente riconoscimento da parte della Fondazione Piacenza e Vigevano per il nostro progetto “lo sport e l’inclusione sociale”.
Mi piacerebbe che si parlasse più spesso di queste cose, che senz’altro fanno bene allo sport ed al calcio, piuttosto di venire invece più volentieri denigrati”
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