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Volley - Grilli, il fisioterapista campione del mondo

Quando entri nel suo studio non c’è una sola foto sportiva. Non una coppa in bella mostra su un ripiano, non una medaglia appesa, non un’immagine che lo ritragga mentre esulta nascosto dai coriandoli con cui da qualche tempo si festeggia ogni...

Quando entri nel suo studio non c’è una sola foto sportiva. Non una coppa in bella mostra su un ripiano, non una medaglia appesa, non un’immagine che lo ritragga mentre esulta nascosto dai coriandoli con cui da qualche tempo si festeggia ogni successo. Eppure Gianluca Grilli è senza dubbio uno dei fisioterapisti più vincenti (oltre che più apprezzati) nella storia recente della pallavolo: 2 scudetti, 2 Supercoppe, 2 Coppe Italia nell’era d’oro della Nordmeccanica, a cui aggiungere la chicca del recente campionato Mondiale conquistato con l’Eczacibasi.
«E’ stata un’esperienza stupenda – racconta il piacentino nel suo studio a pochi metri da viale Dante – dieci giorni a stretto contatto con i tecnici e le giocatrici più forti di tutto il pianeta. Vivevi tutta la tensione dell’appuntamento più importante dell’anno, con tante gare tutte ravvicinate in cui avevi a disposizione pochissimo tempo per rimediare ad eventuali sbagli. Il margine di errore era ridottissimo. Io non ho mai vissuto le Final four di Champions, ma penso che l’atmosfera sia molto simile: si respira sport ad alto livello, ogni momento ti trasmette entusiasmo».

Per Gianluca è stata un’esperienza particolare non solo da un punto di vista agonistico. In finale si è trovato ad affrontare Gianni Caprara, tecnico con cui aveva lavorato fino a qualche mese prima. «Abbiamo un rapporto di stima e amicizia che va oltre il campo. Sono stato felice di affrontarlo e di poter vivere fianco a fianco, anche se non nella stessa società, i giorni del Mondiale. Trovarlo di fronte da avversario però è stata una sensazione strana, molto particolare. Ma alla fine sono contento di aver vinto».
Basta parlare qualche minuto con questo ex pallavolista (già nelle fila della Maxicono) che ha trovato la propria strada vincente non sui campi ma nelle stanze dell’infermeria per capire che è un professionista a cui le parole interessano poco. Per lui il motto è: tanti fatti e sguardo sempre puntato al futuro. «Come abbiamo festeggiato la vittoria? In albergo tutti insieme, ma senza esagerazioni. Il giorno dopo eravamo attesi da un viaggio estenuante per rientrare a casa e poi l’obiettivo iridato era uno dei traguardi che la società si era posta».

Grilli sul trono del mondo, una scalata incredibile iniziata solo nove anni fa proprio dalla sua Piacenza, a curare i muscoli prima della Rebecchi Lupa e successivamente della Rebecchi Nordmeccanica. Stagioni trascorse praticamente a casa, prima del grande salto verso l’estero. «Proprio Caprara – racconta Gianluca – mi aveva chiesto di seguirlo in Turchia all’Eczacibasi. Io non avevo mai lavorato fuori dall’Italia, ci ho pensato un attimo prima di rispondere positivamente. E’ stata un’esperienza che mi ha arricchito parecchio dal punto di vista professionale e umano, molto importante anche per la mia crescita personale».
Anche perché in Turchia gli investimenti in campo sportivo, soprattutto nel volley, sono elevatissimi. Non si spende solo per acquistare le migliori giocatrici sul mercato, ma anche per dotarsi di uno staff tecnico, medico e dirigenziale di livello assoluto. Così a Istanbul c’è chi si può permettere di offrire a medici e fisioterapisti posto fisso, abitazione e strumenti all’avanguardia per lavorare nel modo migliore possibile. Vogliono i più bravi e se li prendono, una situazione impensabile in Italia. Poi, è ovvio, i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

«Lo scorso anno abbiamo chiuso il campionato al terzo posto, Caprara è tornato in Italia e l’Eczacibasi mi ha chiesto di rimanere. Ma io ho la mia attività a Piacenza, diventava difficile gestire uno studio già avviato a migliaia di chilometri di distanza». Ma quando da ambo le parti c’è la volontà di trovare una soluzione i problemi si risolvono. Così quest’anno Gianluca vive nella nostra città e raggiunge Istanbul una settimana al mese: i dirigenti turchi gli hanno chiesto di rimanere come collaboratore, facendo un’eccezione al principio che portano avanti da qualche tempo e che vede all’interno del club solo personale impiegato a tempo pieno. «E’ stata una grande dimostrazione di fiducia, la più grande soddisfazione della mia carriera. Lo staff comprende anche due medici ed altri fisioterapisti, io li raggiungo una volta al mese, ma se ci sono casi particolarmente seri, di atlete costrette a fermarsi per lunghi periodi, è previsto che vengano a curarsi qui a Piacenza».

Soluzione studiata e approvata dal nuovo staff, che vede Massimo Barbolini come nuovo tecnico. «Una persona dalla grandissima esperienza – racconta Gianluca – equilibrata, che dà grande importanza ai ruoli. Trovo sia un comportamento fondamentale per lavorare bene».
In Turchia ci sono strutture e strumenti all’avanguardia, ma in un settore come quello di Gianluca non bastano. Sono sicuramente importanti, ma per curare al meglio le giocatrici ci vuole anche altro. «Io penso che sia fondamentale il contatto con l’atleta, capire quali sono le necessità e i problemi. Vuoi sapere se ci sono stati casi di recuperi impensabili in questi anni? Certo, in più di un’occasione, ma sinceramente non ne ricordo una in particolare».
Quello che Grilli sa bene è che allo sport deve tanto: «L’esperienza nella pallavolo – confessa - mi è servita enormemente anche nell’attività di libero professionista». E gli ha regalato risultati incredibili, come il titolo mondiale. «Un successo impensabile, che voglio dedicare alla mia famiglia, in particolare a mio fratello Simone e alla mia compagna Claudia; mi è stata vicino anche quando me ne sono andato dall’Italia e posso capire che non sia stato un periodo semplice. Poi fatemi ringraziare Gianni Caprara e tutti i colleghi che lavorano con me».

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