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Botti: «Inizia una nuova pagina lontano da Piacenza. Forse troverò qualcuno che veramente crederà in me». VIDEO

Il tecnico alla sua ultima apparizione al PalabancaSport salutato dai tifosi con un grande striscione. «Falso dire che non io non abbia trovato un accordo economico con la società. E una volta che la decisione è uscita non mi sarei aspettato un silenzio così assordante»

GSE_banner_322x250_statico-2Ci sono tanti occhi lucidi quando Massimo Botti passa a salutare i Lupi Biancorossi. In molti abbracciano a lungo il tecnico davanti allo striscione preparato dai tifosi con la scritta “Grazie Max” e un grande cuore disegnato a fianco. Anche l’allenatore piacentino, per quattro stagioni sulla panchina della Gas Sales, fatica a nascondere le emozioni. Dopo il giro di campo si siede per cercare un pizzico di tranquillità prima di rispondere alle domande.

Iniziamo dalla fine, dall’applauso e dallo striscione che ti hanno riservato i tifosi. Che sensazioni hai provato?

«Contrastanti. Gioia per la fine di una stagione intensa con tanti traguardi raggiunti e un po’ di malinconia perché quando qualcosa finisce c’è sempre un pizzico di tristezza».

Pensavi di essere entrato così tanto nel cuore dei tifosi? Di solito i supporter sono più vicini ai giocatori che agli allenatori.

«Stasera mi sono accorto di questo affetto in modo importante. Mi fa piacere perché durante la stagione ho avuto anche da ridire, in particolare con i Lupi Biancorossi. Ma quando si fa tutto con passione, sia io sia loro, alla fine si capisce di lottare per un bene comune e si trova sempre sintonia».

Come hai vissuto la vigilia di questa partita e soprattutto l’ultimo ingresso al PalabancaSport per una partita conclusa con un grande risultato?

«Consapevole che sarebbe stata l’ultima volta di tante cose. Ho cercato di godermela appieno e di viverla con la maggiore intensità possibile cogliendo tutti i ricordi che si possono conservare. Spero che tutti gli appassionati conserveranno un bel ricordo del sottoscritto».

L’impressione è che oggi la squadra fosse tranquilla e felice, c’erano tanti sorrisi in campo anche quando eravate sotto nel punteggio.

«Dopo l’uscita a Gara5 in semifinale il gruppo avrebbe potuto scoraggiarsi e demotivarsi, perché quando punti alla luna non ti accontenti di arrivare su un satellite. Invece i ragazzi sono stati bravi, è tutto l’anno che cerchiamo di raggiungere un equilibrio e nella seconda parte della stagione ci siamo riusciti. L’ho sempre detto che se trovando continuità dal punto di vista della condizione fisica avremmo potuto toglierci delle belle soddisfazioni. Questo è solo il primo appuntamento che la squadra ha a questi livelli, si ripresenteranno come la squadra da battere nella prossima stagione. Sono certo di questo».

Se dovessi chiederti un ricordo di questi quattro anni? Una fotografia?

«La Coppa Italia».

Ne hai vinte due.

«Vero. Decidere quale è difficile. Forse allora scelgo questo momento, quando ti accorgi che lo show è finito, raccogli le tue cose e guardi al domani».

Hai portato la squadra alla vittoria in Coppa Italia e a pochissimo dalla finale scudetto dopo aver preso il gruppo in un momento di difficoltà. Cosa avresti dovuto fare per essere riconfermato?

«Questa domanda andrebbe fatta alla dirigenza. Stiamo parlando di una proprietà che investe tantissimo e va solo ringraziata perché vuole portare Piacenza ad altissimi livelli. Non posso giudicare le scelte che fanno, chiaro che un po’ di rammarico c’è perché dopo una stagione e mezzo da primo allenatore trovarsi qui sentendosi un po’ a disagio alla fine del campionato è paradossale. Ma non sono nelle condizioni di biasimare chi prende scelte impopolari. Però vorrei fare un paio di precisazioni. Se la società sceglie di cambiare ne ha tutto il diritto, ma una volta che la decisione è uscita si sarebbe potuto evitare di nascondersi dietro un silenzio assordante, soprattutto nel rispetto della mia persona perché mi sarei goduto di più anche questa giornata. Poi quando si fanno delle scelte bisogna anche prendersi le responsabilità delle decisioni. Un’altra cosa che non mi è piaciuta, ma non dipende dalla società, sono le voci che circolavano riguardo al mancato prolungamento del contratto perché non ci saremmo trovati dal punto di vista economico. Niente di più falso, voglio sottolinearlo. Le distanze fra le parti sono durate un giorno, poi ho accettato le condizioni che i dirigenti mi proponevano perché credevo nel progetto e pensavo di meritarmi un’altra stagione alla guida della squadra. Mi è dispiaciuto sentire queste voci false quasi a giustificare una scelta. Ero pronto a prolungare, poi la società ha deciso in un altro modo, ma questa è la vita».

Lasci per la seconda volta il ruolo di primo allenatore da vincitore. Qual è il tuo futuro?

«Non lo so. La comunicazione del mancato rinnovo dopo due mesi a rincorrerci, o forse io a rincorrere loro, è arrivata cinque giorni fa. Adesso inizia una nuova pagina della mia carriera lontano da Piacenza e forse lì troverò qualcuno che veramente crederà in me»

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