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Venerdì, 26 Aprile 2024
Volley A1 maschile

«Le tribune colorate di rosso e il PalaBanca invaso a notte fonda». Luca Monti ricorda l'ultima Coppa Italia di Piacenza

Il tecnico che guidò la squadra nel 2014 alla vittoria di Bologna: «Avevamo un gruppo molto equilibrato. Ricevitori come Papi non ne esistono più, Fei e Simon probabilmente era la coppia di centrali più forte al mondo»

Immagine REALAB-2C’è la sua faccia nelle foto degli ultimi trionfi biancorossi. Magari non in primissimo piano, perché era uno che lasciava la vetrina ai suoi giocatori, ma nelle istantanee con Piacenza sul podio Luca Monti è sempre presente. Nell’ultima vittoria europea, la Challenge Cup del 2013 conquistata vincendo tutte le partite in programma, e nella Coppa Italia del marzo 2014 contro Perugia.

«Di Bologna ho un ricordo indimenticabile - spiega Monti, che oggi allena nella sua Pavia - perché vedere quella parte del PalaDozza invasa dai tifosi biancorossi mi ha stretto il cuore. E un’altra istantanea indelebile è il PalaBanca mezzo pieno a notte fonda quando siamo tornati dopo la vittoria: un’accoglienza fantastica».

Delle partite giocate al PalaDozza cosa rammenti?

«La più difficile fu la semifinale contro Trento. Dopo quel successo seguivamo dagli spalti la sfida fra Macerata e Perugia: con la vittoria degli umbri, che allora non erano ancora una formazione al livello di quella attuale, aumentò la consapevolezza che ce l’avremmo fatta. Infatti prima della finale i giocatori erano convinti, non tranquilli ma sicuramente determinati».

Fra l’altro una finale affrontata senza capitan Zlatanov vittima di un problema fisico.

«Titolari erano Kaliberda e Papi, quell’anno Zlaty non giocò tantissimo, accusò qualche infortunio da cui fece fatica a riprendersi e purtroppo non riuscì a scendere in campo con grandissima continuità».

Quale fu la vostra forza in quell’occasione?

«Avevamo una squadra dotata di un grandissimo equilibrio. Con Papi e Kaliberda la ricezione era sempre buona, aiutata dal libero Marra, anche se senza Zlatanov ovviamente perdevamo qualcosa in attacco. Poi c’erano Fei e Simon al centro; in quell’occasione Fox vinse il premio come Mvp e il cubano dimostrò tutte le grandi qualità di cui disponeva. In regia c’era De Cecco con Vettori opposto al primo anno da titolare che in caso di bisogno poteva essere sostituito da Le Roux. In quell’occasione non servì, ma avevamo le spalle ben coperte».

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