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L'addio di Alessio Dionisi al Fiorenzuola. «E' stata una stagione magnifica in un ambiente splendido»

Il tecnico saluta il Fiorenzuola dopo una sola stagione. «E’ tutto molto semplice: la società ha deciso di crescere in modo graduale, a me è arrivata la possibilità di una crescita professionale immediata»

Non è stato un addio seplice, quello di Alessio Dionisi. A Fiorenzuola il tecnico toscano ha vissuto un anno sicuramente difficile da scordare. Per i risultati ottenuti e per i rapporti che si sono venuti a creare con le persone. Ma nel calcio (come nella vita) certi treni passano solo una volta e così mister Dionisi è pronto a salpare per una nuova avventura ancora più stimolante: quella di provare a riportare in serie C una società (quasi certamente l’Imolese), che da qualche stagione fallisce regolarmente l’obiettivo.
 Per Alessio Dionisi è stato facile amare il Fiorenzuola e Fiorenzuola, per i tifosi rossoneri è stato naturale entrare subito in sintonia con un grande allenatore, ma, prima di tutto, con una persona rara, per intelligenza, affabilità ed educazione. “Di questo anno trascorso a Fiorenzuola – racconta il tecnico arrivato la scorsa estate dal Borgosesia – mi rimarrà la grande impresa centrata dalla squadra e i rapporti che si sono venuti a creare con le persone. Con i dirigenti, con tutti coloro che gravitano attorno alla società e con i tifosi”.

Il quarto posto finale e la semifinale dei play off rendono giustizia alla stagione del Fiorenzuola oppure, considerando il primo posto alla fine del girone di andata, ci si poteva aspettare di più?

“Se si guardano ai programmi della società, il quarto posto deve essere considerato un risultato davvero straordinario. I ragazzi hanno sempre dato tutto, durante la settimana e alla domenica. Per quanto mi riguarda, dopo il girone di andata mi ero posto il traguardo dei 70 punti, che ci avrebbe permesso di chiudere la stagione regolare al terzo posto e dunque di disputare in casa, e con due risultati su tre, la semifinale dei play off. Non ci siamo riusciti, ma nessuno potrà mai cancellare la nostra grande stagione”.

Te la senti di ringraziare un giocatore in modo particolare?

“Li ringrazio tutti, perché i nostri risultati sono arrivati sempre passando per la squadra, per il collettivo. Ringrazio quelli che hanno giocato di più e anche quelli che hanno giocato meno. Se proprio devo fare un nome, faccio quello di Ettore Guglieri. A 34 anno si è rimesso in discussione ed è tornato a giocare da esterno basso, nonostante qualcuno pensasse che non potesse più farlo. Il Capitano ha avuto un rendimento davvero incredibile e ha rappresentato un punto di riferimento costante per tutti i ragazzi, in campo e fuori dal campo”.

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