«Il protocollo Figc non prevede responsabilità penali per i presidenti delle società sportive»
L'avvocato Francesco Macrì fa chiarezza su alcuni aspetti: «Rispettando le disposizioni della federazione non si incorre in problemi particolari». In caso di un contagiato? «Per analogia con altri documenti fermerei solo la persona infetta e non tutta la squadra»
Poi Macrì fa chiarezza su un altro punto discusso, quello dell’autocertificazione. «Va presentata alla ripresa dell’attività e poi tutte le volte che ci si allena, per questo penso sia meglio prepararne una copia elettronica da inviare a un indirizzo e-mail invece di stamparla tutti i giorni e portare la copia cartacea».
Il protocollo tace su un altro dei punti cruciali: il comportamento da tenere nel caso un componente della squadra risultasse positivo. Bisognerebbe mettere in quarantena tutto il gruppo oppure tenere ferma solamente la persona contagiata? «Andando per analogia bisognerebbe rispettare altri protocolli che prevedono l’isolamento solo della persona infetta, escludendo lo stop per tutto il gruppo. Non bisogna dimenticare neppure lo spirito della normativa, che responsabilizza gli atleti stessi e le famiglie, chiamate e non portare al campo i ragazzi nel caso riscontrino una temperatura corporea superiore a 37.5. Comunque non è da escludere che prima della ripresa dei campionati la Figc definisca un nuovo protocollo ancora più dettagliato».
Insomma, ne emerge un documento non semplice ma comunque attuabile, anche se qualche società potrà avere difficoltà legate soprattutto alla struttura sportiva. «Nello specifico non vedo una complicazione enorme nell’applicazione in sé, però qualche impianto potrebbe non essere adatto a rispettare tutte le norme richieste. Specialmente chi non ha grandi spazi potrà trovarsi di fronte a delle difficoltà e dovrà cercare soluzioni alternative».