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Turrini: «Dopo il "no" all'Inter per due settimane non parlai con nessuno». Maccoppi: «Il primo vero rifiuto arrivò da mia mamma»

Gli ex biancorossi, insieme a Lucci, Bernazzani e Rocca, alla Cattolica per un incontro con le emozioni al centro del dibattito. La serata organizzata da Csi, Spes Borgotrebbia e Fiorenzuola

«Dopo una stagione ad alti livelli dovevo andare all’Inter. Era l’occasione della mia vita, avevo 28 anni ed ero pronto per una grande squadra. Sembrava tutto fatto». Francesco Turrini ricorda ancora quelle settimane in cui è stato a un passo dal lasciare nello spogliatoio la maglia biancorossa per presentarsi a San Siro. Invece alla fine tutto sfumò, forse per un ripensamento dei dirigenti del Piacenza, forse anche perché qualche “senatore” si mise di traverso. «Il risultato? Dal giorno del raduno - racconta sempre l’ex ala destra dei tempi d’oro di Gigi Cagni - non ho parlato con nessuno per due settimane». Poi fu un gruppo fantastico a rimettere a posto le cose, regalando nuove emozioni ai tifosi e a tutta la città. Proprio di emozioni si è parlato alla Cattolica, alla presenza degli ex calciatori Mino Lucci, Bobo Maccoppi, Gigi Rocca e Daniele Bernazzani e degli scrittori Alberto Galimberti, Davide Grassi e Francesco Rago coordinati da Michele Rancati in un incontro organizzato da Csi, Fiorenzuola e Spes Borgotrebbia.

Turrini ha ricordato anche un’incredibile sfida al Milan in cui fece impazzire Paolo Maldini. «Al tempo era il migliore terzino, ma sfortunatamente per lui - ha spiegato ridendo Turrini - si è trovato di fronte la migliore ala del momento».

Poco prima era toccato a Bobo Maccoppi raccontare la propria storia, partendo dal gol segnato a San Siro in Coppa Italia contro il Milan, nell’andata della sfida che poi vide i biancorossi eliminare il Diavolo con una rete di Gianpiero Piovani nel ritorno. Di fronte a una platea composta in maggiorparte da ragazzini dei settori giovanili di Spes Borgotrebbia e Fiorenzuola si è emozionato di fronte al primo “no” ricevuto in carriera. Che arrivò dalla madre, pronta a impedire il passaggio al Torino che a quei tempi era probabilmente il settore giovanile più florido a livello italiano. «Me ne sarei dovuto andare da casa e per mia mamma ero ancora troppo piccolo. Ricordare quei momenti fa male ancora adesso». Qualche tempo dopo l’occasione arrivò ugualmente, con il passaggio al Como e l’inizio di una carriera che ha portato Maccoppi a esordire in Serie A contro la Juventus diventando poi uno dei pilastri del Piacenza dei miracoli. Indimenticabile la coppia difensiva con Mino Lucci, al suo fianco anche alla Cattolica. Oggi Lucci è responsabile tecnico del settore giovanile del Fiorenzuola e ha illustrato la politica della società rossonera per quanto riguarda i ragazzi. «L’aspetto principale non deve essere la vittoria della singola partita o del campionato, ma la crescita dei più giovani».

Luigi Rocca dal canto suo ha riavvolto il nastro tornando a quando mosse i primi passi nel mondo del calcio che conta: «Uscivo da scuola, prendevo il pullman e poi il treno, mi allenavo e la sera facevo il percorso inverso. Ero in giro dalle sette di mattina alla sette di sera, studiavo in viaggio, ma la passione era tanta».

Proprio ai ragazzi di Spes Borgotrebbia e Fiorenzuola si è rivolto direttamente Daniele Bernazzani, ex giocatore di Inter, Pisa, Reggina e Mantova e attuale coordinatore tecnico dell’Inter. «E’ giusto che i ragazzi pensino in grande e abbiano i propri sogni. Ma se devo dare un consiglio a tutti i piccoli calciatori è questo: divertitevi».

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