Rugby - Il presidente del Piacenza, Daniele Margarita, racconta la nuova stagione

Si è detto di una lunga chiacchierata tra lei e Mazzoni il giorno prima della sua scomparsa, può dirci qualcosa?

«Ultimamente io e Carlo ci eravamo molto avvicinati per questioni di carattere politico. Era molto impegnato nel sostegno alla campagna elettorale di Patrizia Barbieri e amavamo confrontarci su diversi temi. Ho sempre amato il contraddittorio e spesso mi sono trovato d'accordo con lui su diversi punti. Abbiamo parlato di cosa poter fare per questo anniversario del Piacenza Rugby (corre il settantesimo anno dalla Fondazione) e stavamo valutando diverse ipotesi, non nascondo di aver chiesto un ritorno della famiglia Mazzoni e un suo coinvolgimento. Ci eravamo lasciati con un “valutiamolo”. Di sicuro, quanto accaduto a Carlo mi ha scosso profondamente e ora sono convinto (se i soci ce lo permetteranno) di continuare la strada fatta, traendo insegnamento dagli errori fatti e facendo tesoro dei consigli che Carlo mi ha sempre dato».

Quindi, riprendendo quanto apparso nei giorni scorsi nella stampa, non è vero che mancano le idee e i programmi e soprattutto i progetti per la prima squadra.

«Rispetto le opinioni di tutti, sono certo che quanto letto fosse un puntello a fare il possibile per cogliere le opportunità che ci potrebbero essere per risalire in Serie A. Come ho detto fin dal mio insediamento, per me il Piacenza Rugby è una famiglia, il mio compito è quello ci cercare in tutti i modi di distribuire le risorse in modo da soddisfare tutte le richieste che vengono fatte senza scontentare troppo nessuno. Le risorse sono limitate e il compito di un Presidente è quello di un padre che cerca con tutto se stesso di dare alla propria famiglia pari dignità e supporto. Io ci provo ma non è facile».