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Volley - Poey: «Piacenza può arrivare in alto»

«Dove possiamo arrivare con il Copra? In alto. L’importante è continuare a lavorare e crederci sempre». Raydel Poey dispensa ottimismo e non può essere altrimenti dopo che nella gara d’esordio a Latina ha riportato Piacenza alla...


«Dove possiamo arrivare con il Copra? In alto. L’importante è continuare a lavorare e crederci sempre». Raydel Poey dispensa ottimismo e non può essere altrimenti dopo che nella gara d’esordio a Latina ha riportato Piacenza alla vittoria in Superlega mettendo a terra la bellezza di 34 palloni. «Ho lavorato con la squadra solamente un paio di settimane, ma mi sono trovato subito bene. certo, speravo di dare una mano importante, ma non mi sarei mai aspettato una prova così positiva».
Il cubano giramondo, che aveva iniziato la stagione in Turchia ma in passato era stato anche in Montenegro, Indonesia, Qatar e Cina, è convinto di poter fare ancora molti passi in avanti. «L’intesa con Vermiglio è arrivata molto presto, d’altronde non avevo dubbi perché lui è un giocatore molto esperto. Ma ovviamente non siamo al top, per quello dobbiamo lavorare ancora parecchio».

SIMON - Non si può certo dire che la storia di Poey sia banale: nazionale cubano, in una rappresentativa dove esordiva anche un giovanissimo Simon, come molti suoi connazionali nel 2007 sceglie di lasciare il ritiro della rappresentativa caraibica in Bulgaria per fuggire in Italia. Qualche mese a Milano e poi nella Roma di Mezzaroma, ma solo per gli allenamenti. «Sapevamo che la federazione internazionale ci avrebbe squalificato due anni e il primo periodo è stata dura. Andavamo in palestra solo due-tre volte la settimana, ma siamo rimasti tranquilli e quando abbiamo esordito, in A2, è subito arrivata la vittoria di campionato e Coppa Italia».

RITORNO - Quindi ha iniziato la sua carriera da giramondo, fino al momento in cui non è squillato il cellulare. «Mi hanno chiamato Cottarelli e Molinaroli e non ci ho pensato un attimo; già dall’anno scorso volevo tornare in Italia e Piacenza è un club molto conosciuto e ambizioso».
Con il quale, oltretutto, i cubani vincono spesso. In passato è toccato a Leo Marshall, nelle ultime due stagioni è stato Simon a diventare protagonista.
«Leo lo conosco molto bene, ero già venuto a Piacenza qualche anno fa insieme a lui. Con Simon ci conosciamo da anni, era un pivellino quando esordì in nazionale cubana, entrava in campo solamente per la battuta. Poi l’ho rivisto anni dopo e fisicamente era diventato una bestia, forte in tutti i fondamentali. Ci siamo sentiti al telefono appena prima che io arrivassi qui, mi ha parlato benissimo di Piacenza».

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