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Zandonella sulla polemica del murale ai Reboli: «Mancanza di rispetto verso due persone che non ci sono più»

L' assessore alla Sicurezza e Giovani del Comune di Piacenza: «Realizzato da un grande artista, senza alcun riferimento politico e la procedura per l'autorizzazione di una normativa comunale del 2010 è stata tutta rispettata. La raccolta firme? Liberi di farla, ma non ha alcun valore»

La campagna elettorale piacentina è animata da una polemica che è montata a non finire nei giorni scorsi e che riguarda il tanto discusso murale realizzato (è stato avvallato dal Comune e già disegnato, si aspetta solo l’inaugurazione di sabato 11 giugno) all’interno dello stadio Garilli dall’artista internazionale HelloMarte e raffigurante i fratelli Marco e Davide Reboli, storiche colonne della curva piacentina recentemente scomparsi. Marco nel 2018 e Davide lo scorso aprile.
Una polemica che non si placa. Da una parte chi sostiene che non sia corretto raffigurare in un luogo pubblico due ultras, seppur importanti nel panorama del tifo piacentino, tanto da avviare una raccolta firme contro il murale.
Dall’altra ci sono i ragazzi della Curva che hanno avanzato una richiesta legittima, rispettando tutta la burocrazia, esercitano il diritto di una normativa comunale varata dalla giunta del 2010 (era il Reggi bis) e hanno garantito, nero su bianco nella richiesta, che non saranno raffigurati riferimenti politici.

Sull’argomento è stato contattato Luca Zandonella (Lega), assessore alla Sicurezza e Giovani del Comune di Piacenza. «Premetto che si è liberissimi di fare qualunque tipologia di raccolta firme - spiega - però non hanno alcun valore quelle realizzate su siti dove si può firmare anche con nomi falsi. Il murale è stato regolarmente autorizzato e già realizzato all’interno dello stadio, sulla parete che sta tra i tornelli e le scale dei Distinti, e si aspetta solo l’inaugurazione. Aggiungo che è stato realizzato, totalmente gratuitamente, da un artista di fama internazionale come HelloMarte, uno dei migliori street artist d’Italia. Trovo questa polemica totalmente a senso unico, tanto che noi come amministrazione comunale non l’abbiamo nemmeno pubblicizzata lasciando tutto in mano ai proponenti appunto per evitare una strumentalizzazione politica, come invece sta accadendo da una ben determinata area politica che lo sta contestando in modo costante, mi permetto anche di aggiungere mancando di rispetto a due persone che non ci sono più».

Un murale realizzato in base a una normativa comunale varata nel 2010 con lo scopo di abbellire alcuni luoghi pubblici. «Il progetto del 2010 si chiamava “Mi piace graffiare” e l’amministrazione comunale di quel tempo lo varò con lo scopo, previa valutazione, di concedere spazi pubblici. Ad esempio, di recente sono stati realizzati murales sul campo da basket del Polisportivo o su due edifici popolari nei pressi della stazione, questo è stato realizzato all’interno dello stadio. La valutazione è sul fatto che Marco e Davide, in quel luogo specifico, cioè lo stadio, hanno avuto un ruolo importante tanto che tutti li conoscevano nel panorama del tifo piacentino e non solo. E sulla richiesta che ci hanno mandato i ragazzi della Curva, inoltre, era specificato che sul murale non sarebbe comparso alcun riferimento politico. Questo ci è bastato. Chi fa polemica è perché evidentemente non conosce quanto i fratelli Reboli hanno fatto per il tifo biancorosso».

Zandonella poi va oltre. «Ribalto la domanda: perché avremmo dovuto dire di no? Non c’era motivo. C’è stato l’ok del gestore, cioè il Piacenza, la pratica è stata regolarmente presentata rispettando i canoni richiesti da questa normativa comunale del 2010, è realizzata gratuitamente da un artista con un curriculum invidiabile e non contiene riferimenti politici. Qualcuno mi spieghi perché avremmo dovuto dire di no». Infine la chiusura dell’assessore Zandonella.
«Questa polemica evidenzia la povertà di contenuti del dibattito sportivo. Dovremmo parlare di investimenti, infrastrutture, iniziative, e invece parliamo solo di questo argomento».

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