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Serie D - Saber: «Io al Piacenza per puntare in alto». Video

La sintesi di Saber Hraiech sta tutta nella partita giocata contro il Mapello: chilometri di corsa, quintali di legna e poi un gol pazzesco, da grande giocatore. «Un tiro da incosciente», ha commentato mister Franzini a fine gara...



La sintesi di Saber Hraiech sta tutta nella partita giocata contro il Mapello: chilometri di corsa, quintali di legna e poi un gol pazzesco, da grande giocatore. «Un tiro da incosciente», ha commentato mister Franzini a fine gara. Lui invece ce lo descrive con tutta la semplicità del mondo, quasi come un gesto normale: «C’è stato un contrasto tra Galuppini e un avversario, - racconta - mi è arrivata questa palla a mezza altezza, in quel momento ho pensato di calciare in porta e poi mi è uscito un eurogol». Saber è grinta, genio e sregolatezza: «Il mister dice che devo migliorare tatticamente», ammette. Il giovane centrocampista biancorosso, nato a Mazara Del Vallo nel 1995, è al secondo anno a Piacenza. Arrivò agli ordini di Francesco Monaco, che inizialmente lo impiegò come trequartista per poi dirottarlo verso la panchina. Solo successivamente iniziò a farlo giocare nel suo ruolo naturale, la mezzala, e quando gli succedette sulla panchina Luciano De Paola, Saber era in piena ascesa nelle gerarchie di squadra. In estate, lui e Ruffini sono gli ultimi superstiti di una rosa completamente rivoluzionata. In Saber la dirigenza ci ha creduto a occhi chiusi, investendo denaro sonante per riscattarlo dall’Entella Chiavari. Oggi si gode i frutti di una scommessa che si è rivelata essere azzeccata.

Sui campi della serie D, tutti si fanno sempre la stessa domanda: «Cosa ci fa Saber in questa categoria?»
«Mi fa piacere che la gente pensi questo di me. Il mio obiettivo è lavorare per risalire dopo essere sceso fino all'Eccellenza. Non mi pongo limiti, non so dove posso arrivare. Se ho scelto Piacenza è perché punto a migliorare anno dopo anno, a crescere di pari passo con la squadra».

State letteralmente massacrando il campionato. Non pensa che avere 10 punti di vantaggio a novembre possa crearvi problemi di concentrazione?
«No, non credo. Non con un gruppo come questo. Nella nostra rosa ci sono giocatori esperti che sono passati altre volte in certe situazioni e sanno quello che si deve fare. Noi lavoriamo ogni settimana senza guardare la classifica, non importa se abbiamo 2, 5 o 10 punti di vantaggio».

Il suo futuro lo vede a Piacenza?
«Certo che lo vedo a Piacenza, spero di vincere il campionato e di rimanere. Se così non fosse non sarei venuto qui».

Dicono che questa squadra sia davvero un gran gruppo, dentro e fuori dal campo. E’ vero?
«Sì, siamo un grande gruppo. I più esperti danno sempre consigli, soprattutto Matteassi e Sentinelli aiutano tanto noi giovani».

Crede che Franzini sia l’allenatore che ha capito di più le sue potenzialità?
«Probabilmente sì, forse perché già mi vedeva giocare l’anno scorso. Fin da questa estate mi ha consigliato di lavorare su certi aspetti: dice che devo migliorare tatticamente. Mi dà sempre tanti consigli sul campo e io cerco di migliorarmi allenamento dopo allenamento».

Parliamo dei tifosi. Sembra che l’entusiasmo stia tornando ai massimi livelli e nell’ultima trasferta di Sesto San Giovanni il seguito era davvero consistente.
«Non possiamo fare altro che ringraziarli, a ogni partita sono sempre di più, in casa ma soprattutto in trasferta. Sono il nostro dodicesimo uomo in campo».

Che tipo è Saber fuori dal campo?
«Ho davvero una bella famiglia e quando non sono sul campo corro a godermela. Quando ero più giovane pensavo a divertirmi, adesso ho delle responsabilità (Saber è papà di un bimbo di 14 mesi, ndc). Altre passioni oltre al calcio? Nessuna».

Tutti la chiamano abitualmente per nome, Saber, in realtà il suo cognome è Hraiech. Le piace?
«Fin da quando sono arrivato mi chiamano tutti per nome - ride - ormai solo l’arbitro mi chiama Hraiech».

Marcello Astorri

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