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Piacenza - Matteo Abbate: «Col Mantova è fondamentale. Mandorlini? E' il mio mentore, sarà un'emozione affrontarlo»

Il tecnico dei biancorossi sul match di domenica: «Ci aspetta una gara difficile, loro ci faranno giocare e noi dovremo avere pazienza. E' stato Mandorlini, quando mi allenava, a farmi scattare la scintilla per la panchina. Il 3-5-2? E' il modulo migliore per noi». Recupera Giorno, Rinaldi sarà squalificato.

E’ stata una puntata ricca di contenuti quella della nostra trasmissione “Mezz’ora Biancorossa” (guardala su Facebook cliccando qui) realizzata in collaborazione col Piacenza Calcio e dove era ospite il tecnico Matteo Abbate.
Il mister biancorosso ha inquadrato senza mezzi termini la gara di domenica contro il Mantova (domenica stadio Garilli ore 14.30) definendola così: «Non è una partita, ma è La Partita. Siamo in una situazione in cui non possiamo pensare alle prossime 8 gare o ai 24 punti a disposizione o alle sfide con Pordenone e Lecco. Possiamo mettere testa e energie solamente sul match di domenica che per noi sarà vitale».
E ancora: «Mi aspetto una gara difficile perché conoscono molto bene Mandorlini e so perfettamente come preparerà questa partita, sia sotto il profilo emotivo sia sotto l’aspetto tattico. Il Mantova ci farà giocare e noi dovremo essere pazienti, non sarà una partita da vincere alla prima curva, ma sul lungo come in Formula 1. Conta chi taglia il traguardo alla fine».

Poi un aneddoto su Mandorlini. «Per me personalmente sarà una grande emozione perché è stato mio allenatore per tre anni (a Verona, ndr) e senza timore vi dico che è stato lui a farmi scattare la scintilla di allenare, posso consideralo il mio mentore e perciò sarà una bella sensazione trovarlo lì, nella panchina accanto alla mia».

Abbate ha poi affrontato diversi temi: «Non sono né psicologo né allenatore in questo momento, ma tutti e due. Gonzi? Per me, da interno nel centrocampo a cinque, è proprio il suo ruolo, a Padova ha fatto bene ma ha dato il 20% di quello che può fare il quella zona del campo. Il 3-5-2? Non vi dirò che il modulo non conta, per me il modulo di gioco è fondamentale in una squadra però, ancor prima, viene l’identità di squadra e noi adesso dobbiamo cercare questa. C’è poco tempo? Sì, per questo parlo di otto finali da affrontare una alla volta».
Chiusura su Onisa, partito dall’inizio a Padova in cabina di regia. «Per me ha tutte le potenzialità per diventare un gran bel giocatore, quello è il suo ruolo. Se continua così farà strada. In generale abbiamo un centrocampo davvero forte, ma anche giocatori che non sono abituati a lottare per la salvezza».

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