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Piacenza - Maccarone: «Dobbiamo fare di più e meglio, ma serve pazienza. Siamo tutti qui per vincere»

Il tecnico: «Io sono l’allenatore e io devo trovare le soluzioni, per questo motivo sono il primo a mettermi in discussione. Quando sono stato contattato dal Piacenza mi è stato chiesto di vincere il campionato di Serie D, ma a maggio e non a settembre». Silva recupera, fuori Zini e Del Dotto (squalificato)

«Due sconfitte in quattro partite non fa piacere a nessuno, a voi, ai tifosi e tantomeno a noi». Basta ascoltare queste parole di Massimo Maccarone alla vigilia della trasferta a Caravaggio (fischio d'inizio ore 15), per etichettare la prossima partita del Piacenza come un crocevia già fondamentale della stagione. E non tanto per una questione di classifica, dove nessuno scappa, piuttosto perché non tornare da Caravaggio col bottino pieno potrebbe aprire una crisi.
«Meglio che i problemi escano subito così abbiamo tempo per trovare soluzione - prosegue BigMc - e sinceramente no, le pressioni e le aspettative non mi spaventano per nulla anzi, questo è il tipico momento in cui c’è da stare zitti, abbassare la testa e lavorare perché questa squadra ha delle qualità. Ne sono certo».

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Il tecnico va a ruota libera. «Dopodiché io sono l’allenatore e io devo trovare le soluzioni, per questo motivo sono il primo a mettermi in discussione però lasciatemi dire una cosa: quando sono stato contattato dal Piacenza a luglio mi è stato chiesto di vincere il campionato di Serie D, ma a maggio e non a settembre».
Piacenza che comunque ha evidenziato delle problematiche che non sono legate solo alla questione psicologica ma anche a una manovra che si sviluppa lentamente, a una difesa non solida, a un ritmo partita che si vede poco e una tendenza a cambiare spesso - per non dire sempre - la formazione di partenza.
«Il problema della lentezza della manovra - spiega Maccarone - c’è l’abbiamo fin dall’inizio e ho sempre detto che questo è l’aspetto che dobbiamo migliorare più di ogni altro. E’ vero che sette gol subiti in quattro partite sono tanti, però la colpa non è di un reparto ma è collettiva e il ritmo partita ancora ci manca. Non è stato facile essere nel limbo tra Serie D e Serie C fino al 31 agosto, abbiamo fatto una enorme fatica a trovare semplicemente degli avversari contro cui giocare. Non leggo un ritardo di condizione, diversamente non siamo ancora al massimo, c’è caldo e per due settimane abbiamo giocato improvvisamente al ritmo forsennato di ogni tre giorni. Questo ha influenzato la prestazione, detto ciò: dobbiamo fare molto di più e dobbiamo farlo anche meglio».

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