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Venerdì, 26 Aprile 2024
Calcio giovanile

Il caso - Dai Social pioggia di condanne per la mamma che ha insultato il giovane arbitro donna

Praticamente tutti d'accordo anche su Facebook: «Episodio vergognoso» e gli applausi al Corte Calcio: «Brava la società a dare il "daspo" al genitore in questione» ma c'è anche chi prova a minimizzare «fatto che non ha alcuna rilevanza»

Tutti d’accordo con la società Corte Calcio che a stretto giro di posta ha fatto sapere di aver dato il “daspo” a questa mamma. «Applausi alla decisione del Corte Calcio di daspare la mamma». Nicolò scrive: «Bravo Mario Fantini - il dirigente del Corte, ndr - pienamente d’accordo con la tua decisione». E ci si augura che non sia una decisione sporadica dice Maurizio: «Complimenti per la presa di posizione che sia da esempio per tutti». Fausto torna sul pessimo esempio per figli: «Fatto bene questo persone sono solo un danno per i propri figli quando fanno sport» come Gianfranco che scrive: «E pensare che dovrebbero essere lì poi per divertirsi anche i genitori». C’è poi chi indica nel “calcio” il problema «solo nel calcio succedono certe cose» e qualcuno gli risponde «anche dalle altre parti solo che il calcio ha più cassa di risonanza». Ma nella condanna generale c’è anche chi va controtendenza e minimizza: «Vai a pettinare le bambole non sarebbe un insulto spregevole» e chi come Filippo: «Fate ridere nel sostenere che “vai a pettinare le bambole” sia un insulto state ingigantendo un fatto che non ha alcuna rilevanza». Quest’ultimi però sono in decisa minoranza.

Giulia Piroli, assessore della giunta Dosi posta la notizia commentando «La strada da fare sembra essere ancora lunga e in salita» mentre lo storico fischietto piacentino, Roberto Colla, aggiunge: «Sicuramente episodi come questi contribuiscono alla crisi di vocazioni arbitrali non sorprendiamoci se sempre meno giovani si avvicinano al fischietto». Nello stesso post, tra le diverse risposte, interessante la considerazione di Alberto: «I Giovanissimi hanno già spesso 5 o 6 anni di attività alle spalle e una discreta fisicità. I coetanei che arbitrano spesso entrano per la prima volta su un campo da calcio per arbitrarli, c’è l’impressione che loro stessi siano fuori posto. Bisognerebbe permettere agli arbitri una crescita più tranquilla».

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