Visconti e la speranza di un futuro radioso: «Penso in grande, vorrei meritarmi la Serie A»
Il piacentino, che con la Primavera quest'anno ha vinto tutto, premiato dall'Inter club il Biscione. «Rafinha il più simpatico, in nerazzurro sono cresciuto tanto sotto l'aspetto mentale»
I sacrifici più grandi che hai dovuto affrontare?
«Andare via di casa a 15 anni non è semplice, ma se lo fai per un motivo che ti piace allora i problemi si riducono. So bene che molti mi invidiano questa esperienza, io penso di avere fortuna ma anche di essermela meritata»
Il momento migliore di questa stagione?
«Se devo sceglierne uno dico il Torneo di Viareggio, anche perché è la manifestazione in cui sono riuscito a giocare di più».
Ma quali sono le differenze maggiori fra una realtà come il Pro Piacenza, da cui arrivavi, e una come l’Inter?
«Innanzitutto l’organizzazione societaria. Poi anche la pressione: se perdi con il Pro Piacenza è un conto, se lo fai con la maglia nerazzurra pesa molto di più».
I contatti con la prima squadra come sono stati?
«A turno, in base alle esigenze di Spalletti, siamo andati tutti ad allenarci con loro. Emozione? Un po’, ma le gambe non tremavano. Mi sono preparato al fianco di campioni, ma per quanto mi riguarda sono stati tutti molti disponibili e anche bravi a coinvolgermi. Il più simpatico? Rafinha».
Il cammino con la Nazionale come prosegue?
«Sono stato chiamato con l’Italia di categoria fino a gennaio-febbraio, poi i tecnici non mi hanno più convocato. Penso sia dovuto al fatto che giocavo poco on il club, mi sembra una cosa normale».
La maglia azzurra è pesante quando la indossi?
«Ho fatto l’Europeo con l’Italia e posso dire che sono sensazioni bellissime ma la pressione esiste».
Al Mondiale per chi tifi?
«Brasile e Portogallo».
E fra dieci anni dove ti vedi?
«Spero in Serie A. Il mio obiettivo è quello e bisogna sempre pensare in grande. Poi se non ci riesco almeno potrò dire di averci provato».