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Viaggio intorno al Mondo: i primi 300 giorni di Pelizzeni

Il viaggio intorno al mondo senza aerei di Claudio Pelizzeni, viaggiatore solitario piacentino, ha toccato i 300 giorni e soprattutto l’Australia, il suo primo grande obiettivo. Lo avevamo lasciato a quota 100 giorni quando aveva appena salutato...

Il viaggio intorno al mondo senza aerei di Claudio Pelizzeni, viaggiatore solitario piacentino, ha toccato i 300 giorni e soprattutto l’Australia, il suo primo grande obiettivo. Lo avevamo lasciato a quota 100 giorni quando aveva appena salutato il Nepal dopo un rigidissimo corso di meditazione. E poi? “Ho proseguito con l’intento di visitare gran parte del subcontinente indiano. Così è stato: ho avuto la fortuna di vivere appieno realtà come Varanasi, la più antica città tuttora vissuta al mondo. È una città sacra, sporchissima, dove oltre a mucche sacre e ratti si possono vedere anche persone morire per strada. Sono poverissimi e giungono qui da tutta l’India per morire ed essere bruciati nel Gange al fine di chiudere il cerchio delle reincarnazioni. Questo rituale si chiama Moksha e permette la purificazione dell’anima. Ad Agra invece ho potuto ammirare una delle sette meraviglie del mondo: il Taj Mahal”. 
Claudio aggiorna settimanalmente il suo blog, TripTherapy, con video e articoli interessanti sulle mille sfaccettature della cultura indiana e della sua esperienza personale. Ha imparato a praticare yoga nel villaggio di Rishikesh, a nord, dove a fine anni sessanta si erano ritrovati in un ashram persino i Beatles. È stata poi la volta dell’incontro con la religione Sikh nel tempio d’oro di Amritsar, sul confine con il Pakistan, confine che ha solo potuto toccare senza varcarlo a causa del visto indiano poco flessibile
La sua rotta si è poi spostata verso sud, nella regione del Rajasthan dove orizzonti meravigliosi hanno fatto da contorno ad esperienze umane toccanti come l’incontro con il pittore Lokesh, oppure estremamente divertenti come l’appuntamento con Baba, bizzarro barbiere specializzato in particolari massaggi alla testa


Pelizzeni viaggia con un problema di salute abbastanza serio come il diabete e, grazie al supporto dei medici italiani che lo seguono, a Mumbai ha potuto sostenere una visita presso un rinomato diabetologo indiano il quale ha confermato la bontà della sua terapia di viaggio, con risultati incoraggianti
Dopo 150 giorni ha attraversato l’oceano indiano in barca per oltre 60 ore fino a giungere sulle meravigliose isole Andamane. Qui i suoi piani hanno avuto uno sviluppo diverso da quanto prospettato: “Sono arrivato sulle isole Andamane con la speranza di trovare un passaggio barca per la Thailandia, visto che non esiste alcun traghetto tra queste due nazioni.  Era un punto critico della mia avventura. Purtroppo la rigidità della burocrazia indiana insieme alla mancanza di imbarcazioni private hanno fatto naufragare la mia idea. Ho tuttavia scoperto luoghi incantevoli, ho potuto passeggiare nella spiaggia più bella del mondo e nuotare con gli squali.”
Da qui è iniziata la vera e propria avventura?  “Direi proprio di sì, dalle Andamane ho preso una barca di ritorno verso Calcutta e poi sono dovuto rientrare in Nepal in fretta e furia vista la vicinissima scadenza del visto indiano. Ho potuto riabbracciare i ragazzi dell’orfanotrofio di Kathmandu e nel frattempo riorganizzavo le idee e cercavo di svolgere tutte le formalità burocratiche per entrare nel sud est asiatico via terra. Dapprima pensavo di ripassare dal Tibet, ma la Cina mi ha negato il visto via terra pertanto mi era rimasta una sola possibilità: provare a varcare la frontiera tra India e Birmania. Una frontiera particolarmente ostica via terra in quanto la regione indiana che la ospita, il Manipur ha da pochissimo aperto ai viaggiatori e la parte birmana fino a pochi anni fa era territorio di prigionieri politici costretti a lavorare nelle piantagioni di oppio”.
 
Ma la tenacia a volte premia e così è stato. Dopo diversi giorni riesce ad ottenere l’agognato permesso e varca la frontiera il giorno di Natale. Purtroppo l’avventura birmana durerà pochi giorni perché una tragica notizia lo fa rientrare in fretta e furia in Italia costringendolo a prendere un aereo.  A causa di una improvvisa e incurabile malattia perde il padre, ma non abbandona il suo progetto così pochi giorni dopo rientra sui suoi passi a Bangkok, dove era arrivato senza aerei.
“Purtroppo a volte la vita ti mette di fronte a variabili impazzite cui non puoi interrogarti, ma solo provare ad affrontare. Fortunatamente nulla era precluso, dal momento che sono rientrato esattamente da dove ero riuscito ad arrivare senza aerei. Certo, lo spirito in quei giorni non era dei migliori, ma ho trovato forze inaspettate” 
L’avventura è proseguita poi in Cambogia e in Laos fino ad arrivare ad Hong Kong dove per raggiungere l’Australia Pelizzeni si è imbarcato su una nave cargo. “È stata un’esperienza molto strana, per 12 giorni ero completamente sconnesso dal mondo, privo di ogni comunicazione. Inoltre pensavo di poter godere di paesaggi mozzafiato una volta giunto in Indonesia, ma l’orizzonte alla fine era sempre quello. Certo che la mattina del dodicesimo giorno vedere l’orizzonte mutarsi in Australia è stata un’emozione indescrivibile.”

E ora? Il primo grande obiettivo è stato raggiunto e il giro del mondo in mille giorni senza prendere aerei continuerà. “Certamente, a metà aprile mi aspetta un altro cargo che questa volta in 29 giorni mi porterà in Canada, attraversando i due tropici, l’equatore e addirittura la linea di cambio data. Dal Canada scenderò negli Stati Uniti dove l’obiettivo è realizzare un coast to coast low budget contando solo su car sharing e couchsurfing. Continuerò poi in Sudamerica dove conto di restare fino a seguire i giochi olimpici in Brasile.”
Il prossimo appuntamento con il viaggiatore solitario piacentino sarà dunque in America, nel frattempo lo potete seguire tutti i giorni sul suo sito www.triptherapy.net.

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