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Zacconi (Medici sportivi): «Il rischio zero non esiste. Se i numeri continueranno a migliorare si potrebbe lavorare alla ripresa per settembre»

Ortopedico e socio aggregato dell'Associazione Medico Sportiva di Piacenza: «Assolutamente da evitare le fughe in avanti, non siamo ancora fuori dal tunnel. Aspettare il vaccino per la ripresa? Non lo credo realistico. La mascherina durante l'attività? E' controproducente, si rischia di svenire»

Atletica, tennis e più in generale tutti gli sport individuali che non prevedono contatti potrebbero organizzare qualcosa già in estate?

«Dipende tutto dalle federazioni e soprattutto dalle decisioni governative. Io sto solamente dicendo che per i protocolli a oggi conosciuti l’atletica è uno di quegli sport che può essere presa ad esempio fra i meno pericolosi, ovviamente se vengono rispettate alla lettera tutte le disposizioni: si può rimanere distanziati, ad eccezione del mezzofondo, è individuale e si pratica in spazi aperti».

Il primo a ripartire probabilmente sarà il calcio di Serie A, ma in questo caso ci sono altri interessi in gioco.

«Parliamo di una vera e propria industria. I protocolli attualmente in discussione, che prevedono l’isolamento delle squadre e un numero elevatissimo di tamponi, non sarebbero sostenibili da nessun’altra disciplina. La Federazione Medico Sportiva Italiana, con in testa il professor Maurizio Casasco che ne è il presidente, si è impegnata a definire un protocollo molto preciso e dettagliatissimo per la ripresa del campionato, tanto che è stato preso come base anche da altre federazioni europee. Ma la massima serie di calcio è un discorso a parte, non possiamo utilizzare le stesse regole per le altre discipline e soprattutto per l’attività di base».

Fra l’altro la Fmsi ha definito recentemente altre norme per tutte le persone che riprendono l’attività dopo oltre due mesi di stop. Perché anche questo è un rischio.

«Assolutamente sì. E’ necessario una sorta di riadattamento fisico, soprattutto dal punto di vista aerobico. E’ necessario seguire con grande attenzione il decalogo definito dai responsabili della Federazione Medico Sportiva Italiana, fatto proprio da ogni realtà provinciale come quella piacentina diretta dal dottor Giovanni Montani».

Qualche addetto ai lavori parla di ripartire solo quando ci sarà il rischio zero. E’ plausibile?

«Ritengo proprio di no, perché il rischio zero non può esistere. La realtà è che da 15-20 giorni stiamo registrando un discreto miglioramento e se tutti parlano di Fase 2 significa che c’è stata una riduzione significativa dei pericoli rispetto a un mese fa. Questo, ripetiamolo più volte per evitare di essere fraintesi, non significa essere fuori dal tunnel, evitiamo assolutamente di far passare questo messaggio, ma è evidente che un progresso ci sia stato. Per questo è giusto iniziare a pensare a una programmazione per la ripresa».

Altri sostengono sia necessario tornare in campo solo quando avremo un vaccino.

«Non si può scommettere su quello per la ripartenza. L’incertezza è troppo elevata, non sappiamo quando verrà prodotto ma soprattutto quanto tempo ci vorrà per vaccinare tutti, non è difficile prevedere che si tratti di un periodo lunghissimo. Penso sia molto più semplice ragionare su farmaci che riducano gli effetti del virus; non dobbiamo dimenticare che fare sport è importante per la salute, sarebbe controproducente impedire per anni a dei ragazzi di praticare attività»

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