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"Non gioco più, me ne vado", Gianni Mura al Baciccia

Ascoltare Gianni Mura è sempre piacevole, c'è sempre qualcosa da imparare, non conta l'importanza dell'evento conta al contrario uscirne con un valore aggiunto e con lui accade spesso e volentieri. Una delle firme più belle del giornalismo...

Ascoltare Gianni Mura è sempre piacevole, c'è sempre qualcosa da imparare, non conta l'importanza dell'evento conta al contrario uscirne con un valore aggiunto e con lui accade spesso e volentieri. Una delle firme più belle del giornalismo sportivo italiano che ha raccolto («li ha scelti però l'editore») nel libro "Non gioco più, me ne vado" (Il Saggiatore, 481 pagine, 17 euro) una selezione di articoli scritti tra il 1965 e il 2006 da inviato per la Gazzetta della Sport prima e per Repubblica poi; una carrellata di eventi sportivi legati al calcio e al ciclismo («per me il Tour è come un vecchio nonno che il nipotino va a trovare una volta all'anno per non far sì che si spenga da solo), le sue due grandi passioni oltre alla buona cucina e alla musica. Dopo il romanzo "Giallo su Giallo", presentato proprio al Baciccia nel 2008 durante le serate organizzate dalla libreria Fahrenheit, Ischia (2012) e una raccolta di articoli scritti al Tour e pubblicati nella Fiamma Rossa, ecco arrivare un libro con un'impronta decisamente più calcistica, anche se non mancano i suoi grandi classici legati a Poulidor, Pantani e ai numerosi gregari che tanto gli sono cari. Articoli che raccontano di gregari e campioni, coppe e bidoni, presentati al Baciccia da Gianni Mura insieme al giornalista Giorgio Lambri davanti a una folta platea. E come è nello stile di Mura si è parlato di tutto tranne che del contenuto del libro, si è parlato a ruota libera - bravo Lambri a spaziare da una campione a un altro, da un problema a un altro - dei personaggi che hanno scritto lo sport negli ultimi cinquant'anni. Si è parlato di come è cambiata la professione del giornalista (e forse qui si potevano evitare le critiche superflue al giornalismo online, problema che esiste ma che andrebbe snocciolato in modo più approfondito se proprio se ne vuole parlare), di come è cambiato l'approccio tra giornalisti e sportivi, di Gianni Brera («non sono il suo erede anche se al suo funerale ricevetti una specie di investitura sul campo»), del doping che sta piegando il ciclismo e di Pantani («non rinnego nulla di quello che ho scritto su di lui» e noi consigliamo il libro "Gli ultimi giorni di Marco Pantani" scritto dall'inviato dell'Equipe Philippe Brunel) e di tutte quelle cose che, chi segue con viscerale passione ogni scritto di Gianni Mura, già conosce perfettamente. Finalmente una raccolta di articoli scritti dal giornalista che parlano prevalentemente di calcio, dopo la Fiamma Rossa interamente dedicata al ciclismo e Giallo su Giallo ambientato sulle strade del Tour. "Non gioco più, me ne vado" è il suo ultimo libro («rassicuro tutti che non me vado, anche il titolo l'ha scelto l'editore»), una lettura che consigliamo a tutti gli amanti dello sport e non, perché Gianni Mura può essere letto in molti modi, tuttavia quello che preferiamo noi è di chiudere il libro sapendo di uscirne sempre un poco arricchiti.

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