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Il mondo dello sport nella totale anarchia: sette mesi sono trascorsi invano

Dopo l'ultimo Dpcm si naviga a vista e manca un visione comune delle varie federazioni. Inspiegabile che l'attività giovanile sia stata la prima ad essere chiusa

Perché se non possiamo ignorare i numeri che quotidianamente vengono proposti da qualunque organo di informazione, mantenendo altissima l’attenzione sull'emergenza Covid-19, non è neanche possibile chiudere gli occhi di fronte alle evidenze scientifiche secondo le quali i focolai nelle attività ricreative (in cui sono inserite le discipline sportive insieme ai ritrovi per anziani, giusto per capire come è considerato questo mondo che vale il 7 per cento del Pil se inseriamo anche l’indotto) sono in misura ridottissima. Per non parlare dello stop a piscine e palestre dopo aver minacciato controlli che sono andati nella stragrande maggioranza a buon fine ma che hanno portato ugualmente a un blocco degli impianti sportivi.

I problemi principali, ormai è assodato, sono due: i contatti familiari e i trasporti. Due aspetti su cui non si è intervenuto o lo si è fatto con grande ritardo, perché è più facile fare scelte semplici che utili. Così blocchiamo tutto lo sport. O meglio, fermiamo quello organizzato, in cui i controlli sono maggiori. Lasciamo invece che migliaia di ragazzi vadano a giocare da soli nei parchi oppure si diano appuntamento in centro, senza nessuno che almeno garantisca un minimo di controllo. Alla faccia della sicurezza.

E facciamo enorme attenzione anche a quanto dichiara Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: «Possiamo chiudere a casa i ragazzi davanti alla Playstation? È doveroso bilanciare equilibri di sostenibilità sociale ed economica, perché i rischi non sono dovuti solo alla trasmissione del coronavirus: come Oms abbiamo registrato un aumento di suicidi tra i giovani, per fortuna non in Italia, oltre all’aumento del consumo di bevande alcoliche tra le mura domestiche». L'allarme è lanciato, speriamo di non accorgerci dei danni quando saranno irreparabili.

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