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Lotta alla pedofilia e certificati, le società non ci stanno

Tutti concordi: la norma è corretta, tempi, metodi e soprattutto costi rappresentano un grande problema. Il caso è esploso da poche ore ma sta già impazzando sui siti di informazione e sui social network e riguarda una direttiva comunitaria in...

Tutti concordi: la norma è corretta, tempi, metodi e soprattutto costi rappresentano un grande problema. Il caso è esploso da poche ore ma sta già impazzando sui siti di informazione e sui social network e riguarda una direttiva comunitaria in materia di lotta alla pedofilia recepita dall’Italia il 4 marzo che entrerà in vigore lunedì prossimo.

DOCUMENTI - Semplificando quando previsto dal legislatore, chiunque abbia a che fare con bambini e ragazzi, compresi i volontari, deve garantire di avere il casellario giudiziario pulito, senza condanne o giudizi in corso per reati su minori. Intenzione validissima, su questo nessuno obietta, ma a livello pratico la norma prevede che tutti gli allenatori e i dirigenti impegnati direttamente con minorenni presentino il proprio certificato del casellario giudiziario. Costo previsto 30 euro, cifra eccessiva soprattutto per società no profit. Il certificato oltretutto potrebbe essere richiesto (la norma su questo punto non è chiara) ogni sei mesi. E in caso di inadempienza? La sanzione varia dai 10mila ai 15mila euro, dunque una bella mazzata per le casse già esangui delle squadre locali.

SEGNALAZIONE - Il mondo dello sport si è subito reso protagonista di una levata di scudi. Il rischio è che in tutta Italia almeno 100mila società siano costrette a interrompere l’attività per evitare rischi e sanzioni. Malagò, presidente del Coni, spera in una moratoria del governo almeno per concludere la stagione in corso, ma al momento la circolare emanata recita molto chiaramente “La norma in questione non prevede alcun regime transitorio e entra in vigore dal 6 aprile 2014”.

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