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«Nessun caso grave riscontrato a Piacenza fra i 120 giovani sportivi colpiti dal Covid»

Giorgio Chiaranda, referente del Centro di Medicina dello Sport dell'Ausl: «Fra gli Under 18 che svolgono attività registrate solo forme leggere, ma l'attenzione resta alta e i protocolli sono molto rigidi». Il "giallo" dei 30 giorni di stop prima della rivalutazione

Il discorso invece cambierebbe, e di parecchio, nel caso il Covid19 si fosse presentato in maniera aggressiva. «Situazioni simili da noi non ne abbiamo avute, ma è chiaro che se si registrassero polmoniti importanti, magari con ricoveri in terapia intensiva, allora il post malattia sarebbe più complesso perché ci vorrebbe molto tempo per risolvere il problema oppure, nel caso di pazienti intubati, potrebbe anche registrarsi un danno cronico».

In tutti i casi il protocollo è molto preciso, e per ottenere l’attestazione di “ritorno all’attività” prevede (in base alla gravità della malattia) elettrocardiogramma sotto sforzo, ecocolordoppler, esame spirometrico, eventualmente anche holter, esami ematochimici e diagnostica per immagini polmonare.

In queste ultime settimane al centro della discussione da parte di società, dirigenti e atleti, c’è il periodo di stop da rispettare dopo l’avvenuta guarigione. Nella circolare del Ministero della Salute si parla di 30 giorni, con la possibilità di ridurre il periodo per gli atleti “di livello nazionale”. Un mese di attesa prima di effettuare i nuovi esami, dunque un’assenza dall’attività agonistica che, in caso di malattia, verrebbe ad essere di almeno due mesi dal momento in cui si viene contagiati fino all’effettuazione degli ultimi controlli. Nel corso dell’ultima riunione con i rappresentati del calcio dilettanti della nostra provincia però alcuni club hanno fatto presente che dei loro tesserati sono stati autorizzati a riprendere l’attività prima del termine dei 30 giorni.

«La circolare – precisa Chiaranda - indica in un mese il tempo di attesa prima di effettuare gli accertamenti. Noi come Ausl rispettiamo quanto è stato indicato ai medici di medicina dello sport ed effettuiamo la rivalutazione dopo 30 giorni, ma è anche vero che si tratta di una circolare e dunque non ha forza di legge».

Così non è escluso che vi siano alcuni dottori che consentano di iniziare gli esami di controllo in anticipo riducendo il periodo lontano dai campi.

Il referente della Medicina dello Sport esclude poi che, almeno per il momento, le “rivalutazioni” possano creare problemi alle liste di attesa andandosi a sommare a tutti quei ragazzi che quotidianamente si presentano a Piazzale Milano per le classiche visite annuali.

«Da questo punto di vista non ci sono state difficoltà particolari. Qualche timore in più lo abbiamo invece per la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, periodo normalmente di punta per la nostra attività. I protocolli attuali ci obbligano ad arieggiare il locale e a disinfettare fra una visita e l’altra, dunque è normale che i tempi si allunghino e che bisognerà ridurre gli accessi giornalieri. Ma per ora tutto procede regolarmente».

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