Alessandro Bossalini, il campione che ha ricostruito il Pettorelli
Nato e cresciuto nella società piacentina, è tornato nel momento più difficile della società per diventarne tecnico e presidente
La vita è strana e nell’ottobre del 1993 Bruno Polidoro viene colpito da un grave attacco cardiaco mentre è impegnato in una seduta di allenamento. Un grande shock per tutti e in quella stagione Alessandro sarà allenato dal figlio Carlo che sostituisce in pedana il padre. Bruno Polidoro verrà a mancare nel gennaio del 1995, intanto nel 1994 la società sarà rifondata col nome di Associazione Sportiva Circolo della Scherma G. Pettorelli e presieduta da Sandrino Bernardelli. Sarà come ripartire da zero, il vuoto lasciato da Polidoro è immenso, inoltre lla scelta non felice di ingaggiare a sorpresa il tecnico polacco Martewicz, che per alcuni anni guiderà il Circolo, fa sì che nel 2001 il Boss lasci Piacenza ed entri a far parte della Società del Giardino di Milano, dove per altro già si allenava da quando Martewicz lo aveva inspiegabilmente escluso dalla pedana del Pettorelli. La società milanese è la più gloriosa tra le italiane e una delle più premiate al mondo. Molti sono gli atleti che hanno conquistato successi importanti, tra i quali Edoardo e Dario Mangiarotti, Margherita Zalaffi, Diana Bianchedi, Angelo Mazzoni, lo stesso Sandro Resegotti e Alfredo Rota, con il quale nasce in quel periodo un’amicizia fraterna che prosegue tuttora.
Così come improvvisamente è arrivato allo stesso modo nel luglio del 2003 il tecnico polacco lascia la società di via Alberici per accasarsi a Padova, dove stipula un accordo economico più vantaggioso. Sandrino Bernadelli e i suoi collaboratori sono esterrefatti, c’è una stagione da organizzare e il primo ad essere contattato è proprio Alessandro, l’uomo che forse più di ogni altro è affezionato al Circolo e alla sua Piacenza. Un rientro che lo vede impegnato per un’estate intera a ricostruire una struttura tecnica e agonistica. Insieme a Bernardelli, al vice Giancarlo Copes e ai consiglieri Fabio Podestà, Riccardo Mangia e Paolo Bonomi riorganizza la società con la supervisione di Carlo Polidoro. Lascia il Giardino e rientra nel Gruppo sportivo Carabinieri, anticiperà di fatto questa scelta il rientro a casa per insegnare ai ragazzi del Circolo ciò che ha acquisito nella sua lunga esperienza agonistica internazionale. Inoltre tornare a Piacenza significa dare continuità alle scelte di Bruno Polidoro e valorizzare l’etica e la filosofia della società di scherma piacentina, per cui sport ed insegnamento delle regole costituiscono il perno, le fondamenta per gli atleti.
Bossalini continua però ad allenarsi a Milano, alla Mangiarotti con il maestro Sandro Resegotti, ed è solo nel 2004 che fa ritorno al Pettorelli per proseguire parte della propria preparazione tecnica e fisica alla sala di via Alberici con Carlo Polidoro e Luigi Zurla. Nel 2006 arriva il sospirato titolo italiano, dopo avere sfiorato altri successi di carattere nazionale e internazionale: “E' stato il giorno più bello della mia vita – dirà – la vittoria del mio primo titolo italiano assoluto mi ha permesso di lasciare un segno nella storia della scherma”. Anni molto intensi e indelebili che determinano non solo la sua carriera ma anche la sua vita privata. Nel 2005 aveva sposato Elena che gli ha dato la giusta serenità in pedana e una serie di successi lo renderanno uno dei protagonisti della schema italiana e internazionale. Ottiene inoltre il riconoscimento di miglior sportivo piacentino nel 2006, dopo avere ottenuto la cittadinanza onoraria del Comune di Farini, il borgo della Valnure da cui proviene la sua famiglia, nonché la medaglia di bronzo al valore atletico; la storia di Alessandro Bossalini s’intreccia sempre di più con quella del Pettorelli che rappresenta tanto per Alessandro. In pedana da qualche anno c’è poi una giovane promessa, il figlio Andrea. Come dire che la storia continua.
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