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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Tragedia di Superga e un sogno spezzato

Nel libro di Giuseppe Culicchia il tragico destino del Grande Torino, "Ultima epopea dell’Italia unita"

Le prime pagine del commovente libro di Giuseppe Culicchia, “Superga 1949 – il destino del Grande Torino Ultima epopea dell’Italia unita” (Solferino, 2019), ci portano in Sicilia. Ci sono un campetto di calcio e dei ragazzini che giocano. Ragazzini siciliani che fanno finta di essere calciatori famosi, tutti del grande Torino. Non è una partita contro due squadre avversarie, è un allenamento del Torino, perché tra questi giovani, nessuno vuole essere un calciatore di un’altra squadra, tutti vogliono essere uno dei campioni del grande Torino. Sono l’unica squadra mito anche nei giochi dei bambini dall’altra parte dell’Italia.

Culicchia sottolinea che “In tutta l’Italia c’era chi pur non avendo mai potuto mettere piede al “Filadelfia” sognava di vedere e cercava di replicare le incursioni di Grezar e le reti di Ossola, i tackle di Ballarin e i dribbling di Maroso, la grinta di Castigliano e la classe di Menti, per tacere ovviamente delle imprese già leggendarie di Mazzola”. Dunque i Granata come esempio calcistico per il Paese in un’Italia povera, ancora devastata dalle bombe e dalla guerra, bisognosa di evadere e di divertirsi per dimenticare, alla ricerca di grandi miti e Il Toro di quegli anni era un simbolo nazionale, come sarebbero stati poi Fausto Coppi, l’Italia di Bearzot, Nino Benvenuti, Felice Gimondi, Federica Pellegrini e pochissimi altri eroi dello sport: oltre il tempo e oltre i campanili.

E il Toro fu espressione di quel bisogno di unità nazionale, un sogno però che venne stroncato una maledetta domenica di maggio del 1949 quando, dopo una partita amichevole contro il Benfica a Lisbona, l’intera squadra del Torino Calcio salì sul trimotore I-Elce per fare ritorno a casa e finì invece per schiantarsi contro la Basilica di Superga, avvolta nella nebbia. Quella sera scompare una squadra leggendaria, capace di dominare il calcio italiano e di conquistare grande prestigio internazionale. Fu un lutto non solo per i tifosi granata e per i torinesi, ma per l’Italia intera. Come racconta Giuseppe Culicchia in queste pagine emozionanti, il Grande Torino era da tempo al di sopra del tifo calcistico, rappresentava un orgoglio per tutti e il simbolo della rinascita del Paese.

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