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Il minuto di silenzio per ricordare chi non c’è più

E’ commovente la Spoon River del pallone scritta da Gigi Garanzini

Ritornare dopo tanto tempo a scrivere di libri di sport su questa rubrica mi riempie di gioia. Non sono stati mesi facili, tutt’altro, ma quando senti le tue dita ticchettare sul computer per raccontare una nuova storia di sport attraverso i libro, ritrovi l’entusiasmo perduto.

Dove eravamo rimasti? Francamente non ricordo, ma nella mia lunga convalescenza ho avuto modo di leggere tanto e un libro che mi ha particolarmente interessato e catturato è “Il minuto di silenzio” (Mondadori) di Gigi Garanzini, uno dei giornalisti più qualificati e sensibili nel panorama calcistico nazionale. Si tratta di una “Spoon River” del nostro calcio, più di duecento personaggi che a modo loro hanno caratterizzato il mondo del pallone dalle origini ad oggi. Garanzini scrive bene, ha corposità, talento e soprattutto cultura da vendere e svolgendo un lavoro certosino ha messo insieme un’infinità di calciatori che – citando Lee Masters – oggi “dormono sulla collina”; costoro hanno comunque lasciato un segno nel gioco più bello del mondo. L’autore ad ogni personaggio dedica due pagine, non di più e attraverso un grande lavoro di sintesi riesce a far rivivere Le follie di George Best, la signorilità di Gaetano Scirea, l’infantilismo folle di Mané Garrincha, la levatura di Lev Jascin, forse il più grande portiere di tutti i tempi che con il suo metro e 91 di altezza metteva paura agli attaccanti che dovevano tirare i calci di rigore. Ma anche Nereo Rocco, Alfredo Di Stefano, bohemien e talentuosissimo regista del Real Madrid dei primordi. E ancora Cesare Maldini, Concetto Lo Bello, un arbitro che ha segnato un’epoca ma che oggi probabilmente verrebbe risucchiato dalla tecnologia e dal Var, Omar Sivori coi calzettoni arrotolati, orgoglio dell’Avvocato e maestro di un calcio tutto dribbling e fantasia. Ma anche Rinus Michels, il padre della Grande Olanda insieme a Johan Cruijff e ancora Silvio Piola, Fulvio Bernardini, l’uomo della rinascita della nazionale. Insomma, tante firme autorevoli e tanti campioni ma anche tanti personaggi che hanno dietro di loro storie tristi, morti premature, azioni sconsiderate, situazioni paradossali.

La bravura di Garanzini sta proprio in questa capacità di mettere insieme chi nella vita ha vinto tanto e chi, purtroppo ha perduto tutto, come Gino Colaussi (1914-1991) e Riccardo Carapellese (1922-1995) i primi calciatori che usufruirono negli anni Ottanta della Legge Bacchelli, in quanto la loro esistenza era ridotta allo stato di povertà, ed essendo stati campioni del mondo nel 1938, il Governo decise di garantire loro un vitalizio, così come ha fatto con personaggi quali Alda Merini, Alida Valli, Salvo Randone, Guido Ceronetti e un grande dello sci come Zeno Colò. Ci sono poi coloro che hanno vissuto la loro fama tra night e sale da gioco, come Renato Cesarini, figlio di emigrati in Argentina che con la Juventus conquisterà cinque scudetti dal 1930 al 1935; un dandy che ricorda certi playboy di un tempo, come Porfirio Rubirosa e mentre Giampiero Boniperti (anch’egli nella Spoon River) contratterà una mucca per ogni gol, favorendo la nascita e la crescita del suo floridissimo allevamento di bestiame, la vita di Cesarini sarà effimera più di quanto si possa pensare. Non manca nessuno in questo libro; Garanzini, giornalista e scrittore che ha collaborato con le principali testate nazionali e ha scritto diversi libri sul mondo del calcio, con “Il minuto di silenzio” (2017) riesce a conciliare sport e letteratura, personaggi dimenticati e uomini indimenticabili, uniti da un’unica, grande e immensa passione: il calcio.       

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