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Volley - Reclami, sentenze e autogol fra Copra Elior e Lega

Una cosa l’uscita di Mosna è riuscita a ottenere: ricompattare i tifosi di Piacenza. Sui social network nei giorni scorsi qualcuno aveva espresso dubbi sulla decisione del Copra Elior di presentare reclamo dopo la sconfitta di gara5, dal...

Una cosa l’uscita di Mosna è riuscita a ottenere: ricompattare i tifosi di Piacenza. Sui social network nei giorni scorsi qualcuno aveva espresso dubbi sulla decisione del Copra Elior di presentare reclamo dopo la sconfitta di gara5, dal pomeriggio di ieri invece è un coro unanime a favore di Molinaroli. Iniziato dopo la sentenza del Giudice Unico e aumentato a dismisura a seguito dell’e-mail inviata dal numero uno di Lega.
Per fare chiarezza è necessario un passo indietro. Innanzitutto: il risultato sportivo e la protesta biancorossa viaggiano su due binari paralleli. Il successo di Perugia è già arrivato in stazione e il treno ormai è posteggiato in un hangar. Gli umbri hanno meritato di giocarsi la sfida decisiva rimontando due volte nella serie e poi sono stati più bravi di Piacenza riuscendo a vincere al PalaBanca. Punto e a capo.

NORMA - Archiviato il discorso Sir, meritatamente in finale, c’è però un regolamento scritto nero su bianco. Qualcuno si appella al fair play sostenendo che si dovesse chiudere tutto con l’ultimo pallone. Ci può stare, ma presentando reclamo Piacenza ha provato a far valere un proprio diritto senza violare alcuna norma. Su questo punto i tifosi si erano divisi, per poi ricompattarsi immediatamente una volta letta la sentenza di rigetto.
La motivazione infatti sembra non avere né capo né coda. Innanzitutto il giudice decide esclusivamente sul referto arbitrale. Come fa a inserire nella sentenza il punto successivo con l’errore di Buti? Sembra difficile che il direttore di gara sia diventato cronista specificando nel proprio rapporto cosa è successo nell’azione seguente.

PERICOLO - Ma non è finita. Se inseriamo in una sentenza anche cosa si verifica dopo l’errore si crea un precedente pericolosissimo. Perché la prossima volta Monti potrebbe chiedere a un suo giocatore di toccare volontariamente il pallone prima che esca per assegnare il punto a Perugia. Quella dopo Kovac chiederà a Buti di servire in rete e quindi Piacenza, per rendere inutile la battuta, commetterà apposta un fallo di posizione. Insomma, si entrerebbe veramente nel ridicolo, in una gara a chi regala per primo il punto all’avversario.

STOP - Detto questo è giusto aprire una parentesi per il direttore di gara. Non è possibile che un arbitro designato per una semifinale scudetto non conosca il regolamento. Tanto più che la situazione fisica di Marra era lampante e l’ipotesi di un ingresso di Smerilli nota da giorni. Il tocco del muro non visto è possibile, l’ignoranza della norma no, soprattutto a questi livelli.

AUTOGOL - Chiusura sull’intervento di Mosna che si è trasformato in un clamoroso autogol. Se davvero avesse voluto calmare gli animi non sarebbe stato meglio una telefonata, informale e pacata, a Molinaroli? Uno scambio di opinioni diretto senza alzare nessun polverone. O forse non si poteva perché già dai tempi della Supercoppa («Promesse non mantenute» aveva denunciato il numero uno biancorosso) Copra Elior e Lega sono ai ferri corti?

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