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Volley - Molinaroli: «E' mancata la gestione del gruppo»

Guido Molinaroli preferirebbe rimanere in silenzio, difficile trovare le parole dopo una stagione assurda come quella che sta vivendo Piacenza e a poche ore dall’ennesima partita-delusione contro Latina. Ma è il presidente dell’Lpr, così ci mette...

Guido Molinaroli preferirebbe rimanere in silenzio, difficile trovare le parole dopo una stagione assurda come quella che sta vivendo Piacenza e a poche ore dall’ennesima partita-delusione contro Latina. Ma è il presidente dell’Lpr, così ci mette la faccia anche (e soprattutto) nei momenti difficili. Così come Roberto Pighi e Stefano Arici, che al termine della sfida di giovedì si sono presentati sotto la curva chiedendo scusa ai Lupi Biancorossi per la pessima prova della squadra. Un gesto apprezzatissimo dai tifosi, che hanno nuovamente ringraziato i dirigenti per quanto fatto in estate e per gli sforzi che stanno portando avanti anche in queste settimane nonostante la totale mancanza di risultati agonistici.

«Personalmente - attacca Molinaroli - devo essere ottimista fino all’ultimo, spero davvero che si possa trovare una soluzione a quest’annata incredibile. Voglio essere per forza fiducioso».

Difficile crederci in questo momento. Obiettivamente in fondo al tunnel infinito imboccato da Piacenza non si vede nemmeno uno spiraglio, c’è solo buio pesto.
«La classifica è sotto gli occhi di tutti, le prestazioni pure. E a ogni partita le difficoltà aumentano: da tempo non abbiamo il nostro libero titolare Manià e contro Latina a poche ore dal match si è fermato anche Patriarca obbligando Kohut, infortunato a una mano, a scendere in campo. Nonostante tutto il centrale è stato uno dei più positivi».

Ormai al PalaBanca si va avanti nella desolazione più totale. Nel secondo set l’Lpr conduceva 20-15 ma non è riuscita a chiudere il parziale nemmeno con un vantaggio di 5 punti.
«Lasciamo per un momento da parte il risultato, mi sembra che in questo momento sia più difficile giocare in casa rispetto alle gare in trasferta. Atleti del calibro di Tencati, Zlatanov e Papi sono abituati a divertire il pubblico, trovarsi in una situazione del genere è umiliante. Sono dell’idea che si sentano in debito nei confronti dei tifosi e fatichino a giocare tranquilli».

La squadra entra in campo già rassegnata, il 12-3 iniziale di giovedì ne è stato l’esempio. Gli appassionati devono mettersi il cuore in pace e capire che la stagione verrà chiusa senza acuti?
«In questo periodo penso sia mancata la gestione del gruppo. Prima avevamo l’obiettivo degli spareggi scudetto e non è stato centrato, quindi ci si è concentrati sui play off di Challenge e avevamo detto che le ultime gare sarebbero state una preparazione a una post season per noi importante. Ma così non è stato perché i giocatori non rendono. A un certo punto con Latina avevamo in campo la stessa formazione dell’anno scorso senza Poey».

Vi siete dati una spiegazione su cosa possa essere successo?
«Perrin sicuramente non può essere paragonato a Juantorena, questo lo sappiamo da quando è arrivato, ma pochi mesi fa ha ottenuto il premio come miglior giocatore al Norceca, Sedlacek da un paio d’anni gira l’Europa e i risultati non sono mai stati scadenti, Luburic a inizio stagione non scendeva sotto il 50 per cento in attacco e adesso non mette a terra un pallone, mi sembra lampante che qualcosa non funzioni».

Le analisi vi hanno portato a mettere in discussione Giuliani?
«Le analisi ci dicono che i problemi non erano solamente atletici o tecnici. Siamo convinti di non avere un gruppo di giocatori scarsi, ma qualcosa inevitabilmente non funziona; non siamo riusciti a rinforzarci sul mercato e onestamente fatta qualche eccezione tutte le batoste subite erano meritate».

La panchina del tecnico è a rischio anche se la stagione sta terminando?
«Aspettiamo i play off di Challenge e vediamo. Prendere una decisione adesso o fra qualche giorno non cambierebbe niente».

Realisticamente in queste condizioni si può ancora puntare a vincere i play off che assegnano un posto in Europa? Non sembra una lettura troppo ottimistica?
«E’ il nostro obiettivo e dobbiamo crederci. Anche perché bisogna pensare al futuro a breve termine ma anche al prossimo campionato. Per come stiamo andando adesso bisognerebbe cambiare tutti e 13 i giocatori, ma realisticamente non sarebbe nemmeno fattibile. Un gruppo di 4 o 5 va tenuto, magari per dare supporto alla nuova squadra partendo dalla panchina. Ma per quanto visto nelle ultime gare salverei solamente Tencati e Tavares».

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