Volley - Cottarelli: «Ecco la verità sul caso Marshall». VIDEO
Alle spalle la vittoria (quinta consecutiva) contro Latina, davanti la trasferta a Vibo Valentia. In mezzo ai due appuntamenti agonistici lLpr torna sul caso Marshall e lo fa con il volto e la voce di Gabriele Cottarelli. Il direttore sportivo...
Alle spalle la vittoria (quinta consecutiva) contro Latina, davanti la trasferta a Vibo Valentia. In mezzo ai due appuntamenti agonistici lLpr torna sul caso Marshall e lo fa con il volto e la voce di Gabriele Cottarelli. Il direttore sportivo si siede da solo dietro la scrivania della sala stampa al PalaBanca e ripercorre tutte le tappe della vicenda, giorno dopo giorno. Fra il pubblico anche il presidente Guido Molinaroli, che prenderà la parola solamente alla fine ribadendo, come anticipato una decina di giorni fa a Sportpiacenza, lintenzione di ricorrere alle vie legali denunciando «per discriminazione la Fipav, perché è assurdo che Marshall, in possesso della nostra nazionalità dal 2013, non possa giocare in campionato da italiano».
SI PARTE IL 4 LUGLIO
Lo spazio però è tutto per Cottarelli, che riavvolge il nastro tornando fino al 4 luglio, giorno in cui il direttore sportivo telefona alla federazione italiana «chiedendo la procedura da seguire per il cambio di federazione di Marshall. Mi vengono indicati i moduli da compilare e spedire a Roma, chiarendo che come federazione cedente devo indicare la Fivb perché il giocatore, come daltronde già verificato con Juantorena, è sotto umbrella della federazione internazionale».
Le copie vengono inviate l8 luglio, il 12 lLpr chiede informazioni e il 15 il presidente Carlo Magri telefona a Molinaroli «confermando che tutto è stato firmato e i documenti saranno inviati a Losanna».
Qualche giorno dopo i vertici biancorossi contattano la federazione internazionale per avere notizie della pratica: «Ci hanno risposto prosegue Cottarelli che non dovevano dare alcuna risposta a una singola società, di rivolgerci alla Fipav». Parte subito la telefonata a Roma e il 29 luglio, su sollecitazione della Fipav, la federazione internazionale risponde che nei moduli, alla voce federazione cedente, deve essere inserita Cuba. «La stessa Fipav chiede la restituzione dei moduli per poterli modificare ma da Losanna rispondono di averli cestinati».
IL GIALLO DELLINDIRIZZO CUBANO INESISTENTE
Siamo al 2 agosto, giorno in cui ancora la Fipav, su indicazione della Fivb, fornisce a Piacenza lindirizzo della federazione cubana a cui spedire i documenti. Indirizzo che però, stando a Dhl, non esiste. «Lo abbiamo fatto presente a Losanna, ottenendo come risposta che quello per loro era lindirizzo corretto». I vertici biancorossi allora scrivono direttamente ai vertici caraibici, e inviano nuovamente i documenti. Ma il giallo non è ancora concluso: Dhl ha la ricevuta firmata della consegna dei moduli, ma da Cuba sostengono di non aver mai ricevuto niente.
«Dopo aver scritto a LAvana il 29 agosto e il 6 settembre, inoltriamo i due solleciti spediti oltreoceano alla Fipav, che tre giorni dopo chiede chiarimenti a Cuba e lintervento della Fivb per dirimere la questione».
Intanto si sta avvicinando il via del campionato e le possibilità di avere Marshall a disposizione come italiano diminuiscono giorno dopo giorno. «Il 12 settembre la Fivb ci suggerisce di chiedere informazioni direttamente al presidente del Norceca, la federazione del nord e centro America, che ci risponde di essere contrario al cambio di federazione, suggerendoci di pagare la cosiddetta umbrella per poterlo comunque utilizzare da straniero».
I CASI JUANTORENA E DENNIS
Cottarelli prende fiato; ormai si capisce che la possibilità di avere le carte necessarie dalla federazione internazionale (o da Cuba) sono ridotte a zero. «Dopo varie promesse non mantenute, inizio personalmente delle ricerche su altri due giocatori cubani tesserati in Italia come atleti del nostro Paese. Per quanto riguarda Juantorena la federazione dorigine inserita nei documenti non è Cuba, come detto da qualche parte, ma la Fivb. Ma il caso Dennis è ancora più singolare». Il direttore sportivo biancorosso precisa di aver chiesto informazioni al giocatore stesso in occasione della sfida fra Piacenza e Milano e di essere stato autorizzato da Dennis a divulgare notizie che lo riguardano. «Quando militava a Macerata e Modena è sceso in campo da italiano, nel nostro campionato, venendo anche chiamato dalla Nazionale per alcuni allenamenti, e da straniero nelle coppe europee. Chiediamo allora alla Fivb notizie su Dennis e ci viene risposto che non ha mai ottenuto il cambio di federazione, dunque per loro può giocare solo da cubano».
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La data sul calendario è quella del 13 ottobre: «Nel portale della Fipav è indicato che Milano lo inserisce in rosa saldando la tassa umbrella di 10mila franchi svizzeri, stessa cifra pagata per Marshall, però Dennis è tesserato come italiano. La sera del 14 ottobre Massimo Righi, amministratore delegato della Legavolley, telefona alla Fipav facendo presente il pasticcio e nella mattinata del 15 ottobre il giocatore, come dincanto, torna straniero».
Quindi, riassumendo una vicenda intricatissima e che sembra ben lontana dallessere risolta, Piacenza sostiene che il cambio di federazione per Marshall non deve per forza essere firmato da Cuba «Che, come successo anche per Juantorena precisa Cottarelli - non ne ha mai firmati». Se la federazione italiana ha la volontà, può modificarla autonomamente almeno per il nostro campionato. «E da Juantorena a oggi i regolamenti non sono cambiati».
LA POLEMICA CON IL BLOG DAL15AL25
Lincontro è anche loccasione perché Cottarelli si tolga qualche sassolino dalla scarpa. «Voglio spendere due parole su affermazioni e giudizi ai quali non sono riuscito a dare un aggettivo che esprimesse appieno il mio disgusto nei confronti della persona che ha riportato queste frasi. Il giornalista Pasini scrive che la pallavolo non decolla perché i dirigenti sono un peso morto e dei mangiapane a tradimento. Parlo anche per altri appassionati che come me hanno iniziato con il volley di paese; per molti anni con il volley non abbiamo mai guadagnato, investendo anzi passione e denaro». Quindi Cottarelli prosegue: «Noi fortunati dirigenti delle società di vertice abbiamo a che fare ogni anno con budget sempre più ristretti; per molti di noi non è neanche il lavoro principale, ma unattività che toglie tempo alle proprie famiglie. Non voglio insegnare nulla a nessuno ma mi chiedo: un giornalista non dovrebbe dare notizie sgombre da ogni pregiudizio e cercare la verità, senza schierarsi faziosamente da una sola parte? Non dovrebbe sentire tutte le parti in causa e poi trarre conclusioni?».