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Luca Monti, il "mago delle Coppe": «Al PalaDozza uno dei miei ricordi più belli. Sabato contro Perugia sarà fondamentale la battuta»

Il tecnico ha vinto con Piacenza Coppa Italia e Challenge Cup. «Tengo nel mio studio la foto di quella curva invasa da 600 magliette rosse»

GSE_banner_322x250_statico-2Luca Monti a Piacenza è sinonimo di Coppe. C’era lui in panchina quando i biancorossi hanno vinto l’unica Coppa Italia della propria storia il 9 marzo del 2014 ed era ancora lui a guidare la squadra quando il Palabanca festeggiò la Challenge Cup sempre a marzo ma del 2013, grazie a un record solo eguagliabile, con 12 successi nella manifestazione su 12 gare disputate e nemmeno un set perso.

«Nel mio studio – spiega Monti – ho la foto della curva tutta rossa del PalaDozza, con 600 tifosi a colorare l'impianto e a festeggiare la vittoria della Coppa Italia. Una serata che conservo tra i miei ricordi più belli, difficilmente potrò dimenticarla».

Adesso Monti allena a casa sua il Cus Pavia, dai ragazzini fino alla prima squadra in Serie C, ed è anche tecnico della Selezione provinciale che a metà marzo farà tappa nella nostra città. «Seguo sempre Piacenza e devo dire che mi sembra un anno abbastanza sfortunato; la squadra potrebbe fare grandi cose ma vedo che spesso hanno dovuto fare i conti con infortuni e problemi fisici. Mi ricorda un po’ la stagione di Zlatanov quando conquistammo la Coppa Italia: recuperava e dopo qualche settimana doveva fermarsi di nuovo. Anche a Bologna giocammo senza il nostro capitano. La stagione attuale mi sembra abbastanza complicata, ma difficilmente si sarebbe potuta allestire una squadra migliore».

E sabato arriva la semifinale di Coppa Italia contro Perugia; proprio battendo gli umbri i biancorossi conquistarono la coccarda tricolore nel 2014. «Onestamente questa Sir è davvero ingiocabile. Però nella partita secca il gap si riduce e può davvero succedere di tutto, perché anche Piacenza è ricca di campioni. Certo che gli umbri stanno attraversando un momento eccezionale, sono carichi a mille, possono contare su un allenatore che sa come si fa a vincere e infonde grande tranquillità. Tensioni negative non ce ne sono, ma prima o poi una sconfitta dovrà arrivare e in una partita singola bisogna sempre sperare di compiere il colpaccio. Se Leon non dovesse essere al massimo allora ci sarà anche qualche opportunità in più».

In un incontro da dentro o fuori tutti trovano motivazioni extra, compresi i fuoriclasse biancorossi. Ma cosa potrebbe mettere in difficoltà Perugia e dare speranza a Piacenza?

«Credo sia fondamentale essere più aggressivi possibile al servizio, anche se le due formazioni hanno comunque giocatori in grado di risolvere la gara pure su palla alta. La Gas Sales Bluenergy può dare molto fastidio con la battuta e se riuscirà a sbagliare poco potrebbe davvero fare la differenza. D’altronde nella pallavolo odierna il fondamentale è spesso decisivo».

Per confermarlo torna con la mente alla finale scudetto contro Trento del 2013. «Tutti elogiavano i nostri avversari per il gioco mentre sostenevano che noi non fossimo spettacolari. Ma la differenza la facevano le serie dai nove metri di Juantorena e di Kaziyski a cui noi rispondevamo con la stessa moneta puntando su Holt e Simon».

Battuta fondamentale, poi tutto passerà dalle mani e dalla testa dei palleggiatori. «E qui la sfida è di altissimo livello, stiamo parlando davvero dei migliori specialisti del ruolo. Giannelli ha dimostrato una maturità eccezionale, ma anche Brizard è un regista da urlo. Per questo insisto nel dire che molto dipenderà dal servizio».

E magari anche dal carattere della squadra. «Da qualche tempo mi sembra di vedere uno spirito differente in casa Piacenza, magari anche quello potrebbe incidere».

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