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Lorenzetti: «Piacenza ha sempre un fascino particolare»

Rieccola Modena, quella squadra che ha lasciato nel dna del Copra Elior un segno indelebile battendola nei quarti di finale di Coppa Italia. Uno stop al PalaBanca che ha impedito a Piacenza di raggiungere il primo obiettivo della stagione: la...

Rieccola Modena, quella squadra che ha lasciato nel dna del Copra Elior un segno indelebile battendola nei quarti di finale di Coppa Italia. Uno stop al PalaBanca che ha impedito a Piacenza di raggiungere il primo obiettivo della stagione: la Final four di Coppa.
E riecco anche Angelo Lorenzetti: affrontare l’ex tecnico biancorosso, il condottiero dello scudetto, non è come trovarsi di fronte un qualsiasi altro tecnico. E anche a lui vedere Piacenza dall’altra parte della rete provoca sempre sensazioni particolari.

«Che gara mi aspetto? La sfida con Trento - spiega Lorenzetti - ci ha consumato molto. La scorsa settimana è stata complicata, ora le cose sono un po’ migliorate, vedremo domenica se la nostra crescita è sufficiente per giocarcela alla pari con il Copra Elior».

Come ti sembra Piacenza in questo momento?
«Mi sembra Piacenza, con dei numeri che erano già buoni e stanno ulteriormente migliorando. Il cambiopalla era già ad alti livelli, difficile crescere ancora, mentre le statistiche dicono che i biancorossi ora hanno cifre importanti anche nella fase punto. Il servizio è migliorato, il muro è sempre stato buono e questo ha permesso di crescere in ogni situazione».

Modena rievoca pessimi ricordi al Copra Elior. Affrontare nuovamente la tua formazione ripropone fantasmi ancora non scacciati del tutto dopo la batosta in Coppa Italia.
«Sappiamo bene di aver passato un buon momento, adesso abbiamo l’obbligo di rimanere tranquilli cercando di fare punti con le squadre al nostro livello. Poi nessuno va mai in campo per perdere, dunque vogliamo rendere la vita difficile a tutti».

Quale potrebbe essere la chiave della gara di domenica? All’andata la battuta fu un disastro, una valanga di errori a regalare punti a Piacenza. In Coppa proprio dai nove metri arrivò la svolta. Sarà ancora il servizio a fare la differenza?
«Mi sono ripromesso di non parlare per un po’ della nostra battuta. Diciamo che nel fondamentale non siamo quelli dei 33 errori, ma nemmeno la squadra della Coppa Italia».

L’affetto dei tifosi piacentini nei tuoi confronti resta immutato. Ma adesso, dopo la sconfitta di Santo Stefano, sei visto più come un allenatore avversario che come l’ex tecnico del Copra.
«E’ giusto così. Il tempo passa, poi è ovvio che da un punto di vista mentale la gara di Coppa fosse più semplice per noi che per Piacenza. E comunque per due parziali non ci avevamo capito nulla».

Dal 2-0 però è stato il Copra Elior a non capirci più niente.
«Ma sono stati due set e mezzo negativi negli ultimi due mesi. Può capitare, anche se è naturale che quando si verifica in una gara importante allora faccia più rumore».

Giocare contro Piacenza ha sempre un fascino particolare?
«Senza dubbio. Mi piacerebbe solamente essere più vicino ai biancorossi come numeri, per giocarcela alla pari. Però in estate sono state fatte scelte differenti, dunque non possiamo assolutamente rammaricarci».

Ultima considerazione: Modena è al centro delle cronache per la formazione femminile che ha chiuso i battenti in settimana. Come la state vivendo voi, che conoscete bene la realtà di quelle che fino a pochi giorni fa erano le vostre vicine?

«Nel momento in cui vedi colleghi e colleghe in questa situazione il dispiacere è enorme. Quando si fa il nostro lavoro certe difficoltà vanno messe in preventivo, ma non fino a questo livello. Soprattutto perché è mancata la chiarezza nei tanti confronti che la società ha avuto con staff e giocatrici».

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