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Domenica, 28 Aprile 2024

Un altro Zlatanov con la maglia di Piacenza. Papà Hristo: «Veder giocare Manuel mi dà sensazioni bellissime». VIDEO

Nell'amichevole con Brescia si è rivisto uno Zlatanov in campo a sei anni dall'ultima volta. Il direttore generale biancorosso: «Ha un carattere che è l'opposto del mio. Ma ha avuto la fortuna - ride - che io gli insegnassi la tecnica»

Era solo un’amichevole, sulla schiena dei giocatori non compariva nemmeno il nome, ma vedere uno Zlatanov in campo a tanto tempo dall’ultima volta di Hristo (era il 2017) fa sempre un certo effetto. A soli 15 anni Manuel, figlio della leggenda di Piacenza e di Chiara Grasso e fratello di Mia, anche lei pallavolista, si allena con i grandi agli ordini di Andrea Anastasi. E nella prima uscita di Piacenza contro Brescia ha giocato da titolare senza mai lasciare il terreno di gioco, complice anche l’assenza di tanti big ancora in giro per il mondo con le nazionali. Mamma e sorella sugli spalti, papà a fare la spola fra bordo campo e ufficio, come sempre quando è impegnata la squadra biancorossa. Ma questa volta la sua attenzione era diversa e gli occhi brillavano in modo differente, c’era un altro Zlatanov da seguire: schiacciatore come il papà, molto solido in seconda linea (così dicono i tecnici) ma ovviamente con un percorso appena iniziato e che tutti si augurano sia il più lungo possibile.

Che emozione ti dà vedere tuo figlio in campo con la maglia della Gas Sales Bluenergy?

«E’ bellissimo. Quest’estate – spiega l’attuale direttore generale biancorosso - l’ho seguito quando vestiva la maglia dell’Italia giovanile e ho provato delle sensazioni strane e nuove. Spero di viverle ancora per tanto tempo perché vederlo giocare è bello».

Se dovessi parlare di Manuel cosa ci puoi dire?

«E’ timido e riservato. Sembra quasi – sorride - che faccia un piacere a qualcuno quando è in campo. Il carattere emergerà, ne sono sicuro».

In questo momento non ha ancora la grinta del papà.

«A oggi no, anzi è completamente l’opposto».

E’ diverso anche da un punto di vista tecnico, gli allenatori dicono sia bravissimo in seconda linea.

«Vero, ma ha avuto la fortuna che io gli insegnassi la tecnica giusta. Tutti i fondamentali sono da affinare, ma per l’età che ha già il fatto che riesca a stare in campo a questi livelli è positivo».

Strada ancora lunghissima per Manuel, ma è uno che sente il peso di avere il nome Zlatanov sulle spalle?

«Assolutamente no. Fino a adesso non è successo, credo rimarrà così anche in futuro. Lui è lui e farà la sua strada puntando sulle sue caratteristiche. Va bene così».

Fra l’altro per Manuel sono anni intensi fra scuola e gli impegni sportivi ad alto livello.

«Moltissimo. Fortunatamente riesce a destreggiarsi in tutti i campi. L’aspetto primario per un genitore rimane lo studio e per il momento sta andando molto bene sui banchi di scuola. Per ora non posso davvero dire niente».

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