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Volley A1 maschile

Gli ace di Zlatanov, i cartelli luminosi in autostrada, in migliaia a mezzanotte in piazza Cavalli: 8 anni fa lo scudetto del Copra. VIDEO

Il 17 maggio 2009 i biancorossi conquistarono il tricolore battendo Trento in trasferta 3-2 al termine di un cammino incredibile

Dall0 0-2 al 2-2, dal 9-11 all’11 pari, poi ancora dall’11-13 al 15-13. Non stiamo dando i numeri ma solo ricostruendo un momento storico per lo sport piacentino: lo scudetto conquistato dal Copra volley in casa di Trento. Era il 17 maggio 2009, esattamente otto anni fa i biancorossi sfatarono la maledizione delle finali perse: nelle stagioni precedenti ne avevano accumulate fino alla nausea (compresa quella di dieci mesi prima a Lodz in Champions League) e sembrava che il momento buono non dovesse arrivare mai.

Invece un gruppo incredibile, guidato da Angelo Lorenzetti, compì l’impresa di sbancare il campo di Trento proprio nella gara più importante e nel modo più incredibile, dopo essere stato a un passo dall’ennesima sconfitta, costretto sempre a rincorrere. Per dare un’idea di cosa successe quel giorno, da allora Piacenza non è mai più riuscita a uscire dal PalaTrento con un risultato positivo.

UNA RIMONTA INCREDIBILE

In quell’incredibile 17 maggio 2009 la vittoria arrivò al termine di una giornata impensabile, che racchiuse nel modo migliore un’intera stagione da ricordare. Gli infortuni di Bravo e Zlatanov, a lungo fuori e recuperati proprio durante i play off, il cambiamento di modulo a pochi metri dal traguardo, con Marshall spostato da “finto” opposto proprio nelle gare decisive dell’anno, in un momento in cui normalmente i tecnici cercano di dare solo certezze ai propri giocatori modificando il meno possibile l’assetto collaudato. E poi ancora il salvataggio decisivo di Gianluca Durante, uno che fino a pochi mesi prima aveva giocato solo in A2 e neanche da libero, l’emozione del “genio” Marco Meoni a cui il destino aveva regalato campionati mondiali, europei e Champions League ma, fino a quel giorno, nessuno scudetto.

E’ una storia con tante facce quella che colora Piacenza con il tricolore per la prima volta nella propria storia. Ha quella del presidente Guido Molinaroli, “papà” di una società capace di bruciare le tappe nelle stagioni precedenti ma fino a quel momento sempre a un passo dal vincere in Italia, ha quella grintosa di Novica Bjelica, quella tranquilla di Joao Paolo Bravo e Michal Rak e quella sbarazzina di Leo Marshall. Ma ha anche i volti di Cristian Pampel, Vito Insalata, Michele Grassano, Dante Boninfante, Marco Zingaro e Cristian Dunnes: nessuno di quel gruppo (ad eccezione di Boninfante) fino a quel giorno era riuscito a vincere uno scudetto, ma il cuoco Lorenzetti, con tutto il suo staff, riuscì a sistemare ogni ingrediente nel modo corretto per preparare ai tifosi biancorossi la pietanza più gustosa.

LA VITTORIA DEI RECORD

Fu una vittoria da record, mai nessuno era riuscito a vincere lo scudetto partendo dal quinto posto nella stagione regolare e il cammino in crescendo nei play off (eliminate prima Perugia e poi Macerata con lo svantaggio del fattore campo e un incredibile quinto set in gara5 di Leo Marshall) fece crescere a dismisura l’entusiasmo in città. I Lupi Biancorossi furono costretti a dire una valanga di “no” alle richieste per seguire dal vivo la finale e nella confusione del PalaTrento i pochi tifosi piacentini si fecero sentire dal primo all’ultimo punto.

Come andò la partita lo ricordano in pochi, tutti hanno impresso nella memoria gli ultimi punti, la difesa di Durante e la serie finale al servizio di Hristo Zlatanov, che nel momento più importante della sua carriera mise a terra la bellezza di 30 palloni con 6 ace.

Quel 17 maggio 2009 fu solo l’inizio della festa: al ritorno da Trento i cartelli luminosi dell’autostrada segnalavano la vittoria di Piacenza, piazza Cavalli fu invasa a mezzanotte da migliaia di tifosi che accolsero il ritorno dei giocatori e dello staff, per dieci giorni furono feste continue con incontri, cene, ritrovi, premiazioni. Tutto per una squadra che ha meritato di entrare nella storia.

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