La Curti: «Questo gruppo ha un'anima, lo spogliatoio è sempre rimasto unito. Le critiche? Ne siamo usciti puntando sulla perseveranza». VIDEO
La presidente della Gas Sales Bluenergy dopo la vittoria della Coppa Italia: «Dedicato alla mia famiglia e ai miei genitori che mi hanno incitato a non arretrare di un millimetro»
Due giorni di sofferenza in tribuna, poi la festa con squadra, dirigenti e famiglia. Si gode il suo primo successo in Superlega la presidente Elisabetta Curti, che per la finale contro Trento ha scelto un look totalmente biancorosso; scende in campo ad abbracciare tutti non appena cade a terra l'ultimo pallone, poi lascia spazio ai giocatori durante la premiazione, ma al termine rimane a lungo seduta sul podio per gustarsi fino all’ultimo il sapore del successo insieme al marito e alla figlia.
Una vittoria storica, la prima della Gas Sales Bluenergy in Superlega. Quanto conta?
«Ci portiamo a casa questa Coppa Italia, rimarremo negli annali. E' una data che rimarrà impressa come una tappa fondamentale per lo sport piacentino».
Una vittoria forse ancora più bella perché inattesa. Fino a sabato mattina nessuno inseriva Piacenza fra le favorite. C’era Perugia, poi Perugia e quindi Perugia nell’elenco delle più accreditate.
«Vero, ma questo gruppo ha dimostrato di avere un’anima e di sapere giocare a pallavolo. Quando gira la squadra è forte. Anche a Civitanova, dove siamo stati sconfitti, siamo riusciti a dimostrare che in certe occasioni non ce n’è per nessuno. Ho sempre avuto fiducia in questi ragazzi e nello staff».
Non sono stati mesi facili per la società, avete ricevuto parecchie critiche per una serie di situazioni. Come siete arrivati a questo appuntamento?
«Puntando sulla perseveranza e sulla convinzione di fare le cose giuste. Spesso certe dinamiche si conoscono solamente vivendole dall’interno. Ma sono rimasta molto tranquilla, perché questa Gas Sales Bluenergy lotta e ci crede sempre, e poi lo spogliatoio era unito e aveva voglia di fare qualcosa di grande».
Quando hai iniziato davvero a crederci? O meglio, quando hai detto: “Adesso è fatta”?
«Quando siamo arrivati a 24. Contro Perugia è stata una sfida inaspettata e ricca di emozioni, con Trento avevo la convinzione e la consapevolezza che i ragazzi erano on fire. Ero agitata ma sicura dei nostri mezzi».
La dedica?
«Alla mia famiglia, a mio marito e mia figlia che mi sopportano e supportano e ai mei genitori che non mi hanno mai detto “Ma cosa ti è venuto in mente di fare”, anzi ci hanno sostenuto a non mollare di un millimetro guardando sempre avanti».