Elisabetta Curti: «E' stata una stagione splendida. Vogliamo alzare ancora l'asticella, dobbiamo lavorare sui particolari»
La presidente della Gas Sales Bluenergy analizza l'annata: «Un pizzico di rammarico lo abbiamo, perché per pochissimo non abbiamo centrato la finale di Cev e la finale scudetto, vivo come il protagonista di Ovosodo. Il prossimo anno? In questo gruppo ho un'enorme fiducia. Botti? Mi spiace a livello umano, ma sono scelte fatte pensando sempre al bene del club»
Il giudizio sulla stagione è più che positivo, ma qualche rammarico in casa Gas Sales Bluenergy c’è. Perché a Piacenza si pensa da grande squadra e non è sufficiente raggiungere gli obiettivi dichiarati a inizio campionato, ma si vorrebbe ottenere qualcosa in più. Le semifinali scudetto erano il traguardo principale; i biancorossi le hanno raggiunte, ma quando ti sei fatto la bocca buona e arrivi a un passo dalla serie che assegnerà il tricolore è logico sperare in un posto al banchetto dei migliori. La Gas Sales Bluenergy è arrivata insieme a Trento all’ingresso principale, ma rimaneva solamente un posto e al fotofinish se lo sono aggiudicati gli avversari. Comunque il voto alla stagione da parte della presidente Elisabetta Curti è più che soddisfacente, con il primo successo in Coppa Italia e la qualificazione in Champions League, anche in questo caso una “prima” assoluta per la società.
Quando cade l’ultimo pallone la prima cosa che si chiede ai dirigenti è un bilancio dell’annata appena conclusa.
«La nostra è stata una stagione splendida. Leggevo un post dei Lupi Biancorossi – spiega la Curti – in cui celebravano la ricorrenza della promozione in Superlega di quattro anni fa. Da allora a ogni aventura abbiamo compiuto passi in avanti, in un periodo in cui abbiamo dovuto fare i conti anche con i problemi legati al Covid. La verità è che negli ultimi giorni mi hanno chiamato tanti sponsor e sono tutti contenti dei risultati ottenuti, questa è davvero una bella soddisfazione».
C’è un pizzico di rammarico per essere arrivati davvero a un passo da una finale in cui fra l’altro non ci sarebbe stata Perugia, la favorita assoluta?
«Parlando ai giocatori ho ricordato Ovosodo, un film di qualche anno fa, in cui alla fine il protagonista rimane con qualcosa in gola, come un uovo sodo, che non va né su né giù. E’ un po’ la sensazione che provo adesso; un pizzico di rammarico lo abbiamo, perché per pochissimo non abbiamo centrato la finale di Cev e la finale scudetto. Ma ce la siamo giocata fino alla fine e complessivamente è stata un’annata bellissima».
Qual è stato il momento più entusiasmante?
«La Coppa Italia, un fine settimana indimenticabile perché abbiamo vinto e l’ho vissuto insieme alla mia famiglia e ai miei amici. Lo porterò nel cuore tutta la vita».
E quello più brutto?
«Difficile da trovare. Forse Gara5 a Trento perché ci credevamo tantissimo, ma nello sport si vince e si perde, definirlo il momento più brutto è eccessivo. In generale parlerei di qualche fase difficile, quelle ne abbiamo avute».
Allora concentriamoci sulle fasi difficili.
«La prima è stata l’esonero di Bernardi: una decisione molto difficile e sofferta, ma ponderata e meditata. Poi, per venire ai giorni nostri, quella di non proseguire il cammino con Botti. Anche in questo caso parliamo di una scelta non semplice, di cui abbiamo parlato a lungo fra dirigenti. Purtroppo sono situazioni complicate che richiedono prese di posizione non facili ma che a volte una società deve effettuare. Certamente c’è tristezza, perché con Massimo si era creato anche un forte rapporto umano; personalmente a lui voglio davvero molto bene e spero che il sentimento sia reciproco».
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