Arici e Pighi: Piacenza riparte dai suoi imprenditori
«Tranquilli, quest'anno non sarà affatto come l'anno scorso». Parola di Luciano Arici, patron dell'Lpr. È lo slogan perfetto per sintetizzare i buoni propositi della cordata last minute che ha salvato il Copra. Una compagine societaria con una...
«Tranquilli, quest'anno non sarà affatto come l'anno scorso». Parola di Luciano Arici, patron dell'Lpr. È lo slogan perfetto per sintetizzare i buoni propositi della cordata last minute che ha salvato il Copra. Una compagine societaria con una potenza di fuoco enorme, se si considera che ne faranno parte imprenditori del calibro di Roberto Pighi (40% delle quote), Stefano e Luciano Arici (40%, bresciani ma piacentini d'adozione visto che lavorano sul nostro territorio da numerosi anni) e Guido Molinaroli (20%). Al timone della società rimarrà, da presidente, Guido Molinaroli. Stefano Arici sarà consigliere e Pighi amministratore delegato e presidente onorario. A fianco dei quattro big dell'imprenditoria piacentina, sedevano in conferenza stampa anche l'avvocato Zucchi e l'assessore allo sport Giorgio Cisini.
«Due settimane fa sono stato contattato dal sindaco - attacca Roberto Pighi - che mi disse che la realtà sportiva del Copra è troppo importante per la provincia di Piacenza. Personalmente, fino a pochi giorni fa, mi sono interessato relativamente poco a questo sport. Ho incontrato Guido Molinaroli per la prima volta solo giovedì scorso. Io sono una persona che non rifiuta mai gli inviti delle nostre istituzioni, alle quali devo riconoscere il merito di avere avuto la capacità di mettere allo stesso tavolo persone molto generose». Un progetto che parte dal salvataggio della società, ma che auspica di durare anche negli anni a venire. «Ci sono buoni presupposti. Personalmente, come imprenditore, mi appresto a lanciare un nuovo prodotto nel campo del beverage e chi meglio di Molinaroli può darmi un mano»?.
Dalle parole di Roberto Pighi a quelle di Stefano Arici, consigliere della nuova compagine societaria. «Non ci siamo tirati indietro perché la nostra azienda ha sempre fatto tanto per lo sport. Ci sono ottimi presupposti perché nasca un progetto ambizioso, capace di guardare anche agli anni a venire. Per quest'anno non speriamo nello scudetto, ma vogliamo giocare una stagione in tranquillità cosa che l'anno scorso non è stata possibile. Abbiamo salvato la squadra all'ultimo secondo, è vero, ma siamo convinti che lavorando tutti insieme qualcosa di buono si potrà ottenere».
Grande tessitore della tela è Giorgio Cisini, assessore che insieme all'amministrazione comunale si è fatto promotore della nascita di questa cordata. «Sono emozionato - dice prendendo la parola - perché dopo un anno e mezzo di passione siamo riusciti a dare un futuro al Copra, il figlio più in sofferenza del nostro panorama sportivo. Per noi è stata una grandissima soddisfazione. Fin dall'anno scorso abbiamo allacciato i contatti con Lpr e la famiglia Arici, da poco con l'imprenditore Roberto Pighi, e arrivare a gettare le basi per un progetto serio ci rende felici. La speranza è che questo sodalizio possa mettere solide radici».
Si augurava tutto questo anche il capitano del Copra, Hristo Zlatanov, che ha aspettato fino all'ultimo nella speranza che tutto andasse per il verso giusto. «Sentivo Guido ogni giorno per capire come stavano procedendo le cose - ha detto - e con le altre società che mi hanno richiesto sono stato sincero fin da subito, dicendo loro che avrei aspettato di conoscere la sorte di Piacenza. La mia attesa è stata premiata ed essere qui per me è emozionante. Altri non hanno tenuto botta e adesso stanno piangendo».
Marcello Astorri
«Due settimane fa sono stato contattato dal sindaco - attacca Roberto Pighi - che mi disse che la realtà sportiva del Copra è troppo importante per la provincia di Piacenza. Personalmente, fino a pochi giorni fa, mi sono interessato relativamente poco a questo sport. Ho incontrato Guido Molinaroli per la prima volta solo giovedì scorso. Io sono una persona che non rifiuta mai gli inviti delle nostre istituzioni, alle quali devo riconoscere il merito di avere avuto la capacità di mettere allo stesso tavolo persone molto generose». Un progetto che parte dal salvataggio della società, ma che auspica di durare anche negli anni a venire. «Ci sono buoni presupposti. Personalmente, come imprenditore, mi appresto a lanciare un nuovo prodotto nel campo del beverage e chi meglio di Molinaroli può darmi un mano»?.
Dalle parole di Roberto Pighi a quelle di Stefano Arici, consigliere della nuova compagine societaria. «Non ci siamo tirati indietro perché la nostra azienda ha sempre fatto tanto per lo sport. Ci sono ottimi presupposti perché nasca un progetto ambizioso, capace di guardare anche agli anni a venire. Per quest'anno non speriamo nello scudetto, ma vogliamo giocare una stagione in tranquillità cosa che l'anno scorso non è stata possibile. Abbiamo salvato la squadra all'ultimo secondo, è vero, ma siamo convinti che lavorando tutti insieme qualcosa di buono si potrà ottenere».
Grande tessitore della tela è Giorgio Cisini, assessore che insieme all'amministrazione comunale si è fatto promotore della nascita di questa cordata. «Sono emozionato - dice prendendo la parola - perché dopo un anno e mezzo di passione siamo riusciti a dare un futuro al Copra, il figlio più in sofferenza del nostro panorama sportivo. Per noi è stata una grandissima soddisfazione. Fin dall'anno scorso abbiamo allacciato i contatti con Lpr e la famiglia Arici, da poco con l'imprenditore Roberto Pighi, e arrivare a gettare le basi per un progetto serio ci rende felici. La speranza è che questo sodalizio possa mettere solide radici».
Si augurava tutto questo anche il capitano del Copra, Hristo Zlatanov, che ha aspettato fino all'ultimo nella speranza che tutto andasse per il verso giusto. «Sentivo Guido ogni giorno per capire come stavano procedendo le cose - ha detto - e con le altre società che mi hanno richiesto sono stato sincero fin da subito, dicendo loro che avrei aspettato di conoscere la sorte di Piacenza. La mia attesa è stata premiata ed essere qui per me è emozionante. Altri non hanno tenuto botta e adesso stanno piangendo».
Marcello Astorri