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Piacenza è stata a un passo dall'ospitare le finali di Champions

C’è stato anche il PalaBanca in lizza fino all’ultimo per ospitare la Final four di Champions League femminile. L’indiscrezione viene svelata da un giornale cremonese in un articolo a firma di Giovanni Gardani, in cui si chiarisce che l’impianto...

C’è stato anche il PalaBanca in lizza fino all’ultimo per ospitare la Final four di Champions League femminile. L’indiscrezione viene svelata da un giornale cremonese in un articolo a firma di Giovanni Gardani, in cui si chiarisce che l’impianto piacentino era rimasto in ballottaggio con Montichiari fino al momento della decisione definitiva.

REWIND - Facciamo un passo indietro ricapitolando quanto successo: il giorno dell’accoppiamento dei play off a 12 la federazione europea annuncia il nome della società a cui viene assegnata l’organizzazione della Final four in programma il 9 e il 10 aprile. Il vantaggio è enorme, perché la squadra prescelta si qualifica direttamente alle semifinali saltando gli ottavi e i quarti. Fino all’immediata vigilia si parla di candidate turche e polacche, ma a sorpresa proprio in extremis viene scelta la Pomì Casalmaggiore, l’altra società italiana ancora in corsa per la Champions insieme alla Nordmeccanica, visto che Novara viene eliminata dopo il primo turno.

ALTERNATIVE - Il problema è che il PalaRadi, il palasport di Cremona, non risponde ai requisiti richiesti dalla Cev per ospitare la Final four. La Pomì allora si attiva per cercare una soluzione alternativa: si parla del Forum, che però ha costi elevati, comporta un impegno organizzativo enorme e oltretutto il 10 è già impegnato, così l’alternativa più concreta sembra essere Montichiari. Da nessuna parte esce il nome di Piacenza, considerata anche la rivalità fra le due città e il fatto che la Nordmeccanica è ancora in corsa per arrivare in Final four. Cosa succederebbe se la formazione di Gaspari approdasse all’atto decisivo? Giocherebbe in casa in una manifestazione organizzata dalle dirette concorrenti. Una situazione a dir poco paradossale, con un impianto molto probabilmente riempito dai tifosi di Piacenza con i cremonesi, responsabili delle finali, numericamente meno numerosi.

BALLOTTAGGIO - Anche per questo motivo la scelta alla fine cade su Montichiari, ma Piacenza è stata davvero vicinissima a ospitare il maggiore evento europeo di pallavolo femminile. Lo conferma Guido Molinaroli a cui si è rivolto direttamente Massimo Boselli Botturi, presidente di Casalmaggiore e in passato anche socio del Copra. «In effetti – spiega il massimo dirigente biancorosso – mi è stato spiegato che la Pomì ha accettato di organizzare l’evento a condizione di poter indicare anche un impianto limitrofo a Cremona qualora il PalaRadi, come poi si è verificato, non fosse stato idoneo. In quei giorni Boselli mi ha chiamato chiedendomi l’autorizzazione a inserire il PalaBanca nell’elenco delle possibili alternative e la mia risposta è stata affermativa».

Un “sì” inevitabilmente condizionato: «Ho spiegato che non conosco i criteri della Cev per le finali di Champions e la nostra risposta positiva era ovviamente legata ad eventuali impegni delle altre squadre che utilizzano la struttura. Ma saremmo stati lieti di offrire un evento di tale spessore a tutta Piacenza».
L’ipotesi PalaBanca è diventata ancora più realistica quando la commissione della Cev ha visitato l’impianto di Cremona evidenziando lacune troppo grandi per essere sanate. «Piacenza – prosegue Molinaroli – dal canto suo avrebbe avuto bisogno solo di qualche piccolo accorgimento, come la realizzazione di doppi spogliatoi che sarebbero stati facilmente realizzabili con dei container o trasferendo momentaneamente la sala pesi. Alla federazione interessava che la struttura avesse quattro tribune e una capienza di almeno 3mila posti, requisiti che al PalaBanca non mancano». Così, alla fine, il gruppo delle pretendenti si è ridotto a due e in ballottaggio sono rimaste Piacenza e Montichiari.

Alla fine ha vinto il PalaGeorge, probabilmente non solo per ragioni logistiche.
«La nostra disponibilità era totale – conclude Molinaroli – ma penso abbia inciso il discorso di campanile oltre alla volontà della federazione regionale lombarda, che ha spinto perché si tenesse l’evento nel loro territorio preferendo Montichiari».

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