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Pallanuoto Farnese, ultimatum al Comune

«Penso che l'uscita dell'assessore Cisini sia un'uscita infelice perché il regolamento comunale del 2011, l'articolo 18, firmato dall'allora assessore allo sport e attuale sindaco, Paolo Dosi, dice molto chiaramente che l'assegnazione degli spazi...

«Penso che l'uscita dell'assessore Cisini sia un'uscita infelice perché il regolamento comunale del 2011, l'articolo 18, firmato dall'allora assessore allo sport e attuale sindaco, Paolo Dosi, dice molto chiaramente che l'assegnazione degli spazi acqua viene fatta dal Comune e solo in casi eccezionali si può interpellare il Coni e le federazioni. Oltretutto, la comunicazione degli orari ci è pervenuta a firma del Comune e non della Fin, quindi non vedo come l'assessore possa aver compiuto una svista del genere. Probabilmente, ci deve essere qualcuno che non conosce bene la lingua italiana».
E’ un fiume in piena il presidente della Pallanuoto Farnese, Gianmarco Lupi, mentre risponde alle domande a margine del sit in di protesta organizzato dal Comitato dei genitori alla piscina comunale Raffalda. La ragione del contendere è l'assegnazione degli spazi acqua, per le squadre under 15 e 17 della Pallanuoto Farnese, a orari ritenuti proibitivi per ragazzi di quell'età. «Riteniamo sia impossibile portare ad allenare i propri figli, che hanno dagli 11 ai 15 anni, dalle 21.30 alle 23.30 di notte».

ANNUNCIO SHOCK - Lo aveva già annunciato attraverso un comunicato stampa nei giorni scorsi, ma il presidente Lupi ribadisce la decisione shock di ritirare tutte le squadre e lancia l'ultimatum. «Qualora il Comune, nel giro di 24 ore, non dovesse rivedere le proprie decisioni sulla questione, noi ci vedremmo costretti, non per decisione nostra ma per effetto degli eventi, a dover ritirare tutte le squadre dai campionati. Senza le squadre giovanili, infatti, il regolamento della Federazione non ci permetterebbe di iscriverci in serie B. Noi, come società, abbiamo in essere dei contratti e se non dovessimo essere in grado di iscrivere la squadra dovremmo comunicarlo, per correttezza, il prima possibile».

LA PROTESTA
- I ragazzi delle giovanili, accompagnati dai genitori, hanno poi preso posto sulle tribune della piscina e hanno assistito in silenzio, come forma di protesta originale, agli allenamenti dei ragazzi più grandi. «La nostra forma di protesta civile nasce dal momento della comunicazione dell'assegnazione degli spazi acqua per l'allenamento - ha detto il portavoce del Comitato dei genitori, Manuel Mantovani - perché a quegli orari, di solito, i nostri figli sono già a letto visto che l'indomani devono andare a scuola. Ci riesce quindi difficile continuare a far praticare ai nostri ragazzi questa attività sportiva che amano. Il nostro sit in, quindi, ha come obiettivo di sensibilizzare il Comune, in modo che possa provvedere a rivedere l’assegnazione degli spazi acqua». I tempi, da quello che si è appreso questa sera alla Raffalda, sono molto stretti per poter porre rimedio alla questione. La palla ritorna quindi in mano all'Amministrazione Comunale.

Marcello Astorri

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