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Dall'Inferno al Paradiso: sabbia, vento e integratori. Andrea Balboni e Luca Peveri, gli eroi della Cape Epic

I piacentini protagonisti in Sudafrica della gara a tappe di mountain bike considerata la più dura al mondo. «Dopo un giorno ricovero in ospedale perché ero disidratato, ma siamo riusciti ad arrivare al traguardo di una splendida avventura»

Vista la disaventura come vi siete gestiti a livello di alimentazione?

«Oltre ad immagazzinare carboidrati di prima mattina, la sveglia era alle 5 con prime partenze alle 7:30’-8’00’, fondamentale è stato fermarsi a tutti i ristori. L’organizzazione ha predisposto una sosta all’incirca ogni 20 chilometri dove potevi trovare cibi solidi, integratori e acqua. Noi - prosegue Luca - per ogni tappa abbiamo consumato circa 10/12 borracce d’acqua e mangiato banane per immagazzinare vitamine, potassio, e fibre e poi preso tante giuggiole, per apportare zuccheri all’organismo. Nei pit-stop, della durata di qualche minuto - aggiunge Andrea - c’era anche chi ci faceva assistenza mettendoci olio alla catena e chi ci puliva gli occhiali. L’organizzazione sotto questo aspetto è stata davvero impeccabile».

Qual e il momento che ricordate con più piacere?

«Senza dubbio il rettilineo d’arrivo dell’ultima tappa con il pubblico che incitava e applaudiva. Sono attimi e sensazioni che ti pervadono tutto il corpo sino a toccare l’anima. E poi la premiazione finale dove abbiamo avuto la fortuna di ricevere il doppio premio dal nostro idolo assoluto che risponde al nome di Nino Schurter. Abbiamo ricevuto riconoscimenti come finisher e medaglia in qualità di ambassador, per aver completato tre partecipazioni all’evento».

Ed ora cosa vi attende?

«Dovremmo riposare e prendere fiato ma non è possibile perché già oggi torniamo in pista con gli allenamenti alle squadre agonistiche giovanili; la stagione di gare prosegue senza soluzione di continuità e gli obiettivi sono tanti e tutti importanti».

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