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Dall'Inferno al Paradiso: sabbia, vento e integratori. Andrea Balboni e Luca Peveri, gli eroi della Cape Epic

I piacentini protagonisti in Sudafrica della gara a tappe di mountain bike considerata la più dura al mondo. «Dopo un giorno ricovero in ospedale perché ero disidratato, ma siamo riusciti ad arrivare al traguardo di una splendida avventura»

E’ andata agli archivi una delle più belle edizioni della Cape Epic, la corsa a tappe di mountain bike che si disputa in Sudafrica ed è considerata la più dura al mondo. Numeri da brividi, 1446 biker al via, 648 chilometri da percorrere, 8 tappe, 15479 metri di dislivello. E tra tante bandiere ha sventolato alta anche quella di Piacenza, grazie alla presenza del Team GagaBike Scott che ha partecipato alla gara con il duo composto dal podenzanese Andrea Balboni e dal piacentino Luca Peveri, autori di una spettacolare prova che il ha visti terminare l’iconica corsa in 30° piazza sui 207 partecipanti alla categoria Masters Men. In gara campioni di vari continenti, sino ad arrivare a lui, “le roi”, il 10 volte Campione del Mondo XCO, l’elvetico Nino Schurter, a nobilitare l’edizione 2023. E la Absa Cape Epic non ha tradito le aspettative, regalando un settimana di grandissimo spettacolo nell’immensità e nella bellezza del suolo africano. La vittoria finale è andata alla coppia del Team Toyota Specialized composta dal beniamino di casa Matthew Beers e dallo statunitense Christopher Blevins, che ha impedito il bis ai campioni uscenti del Team Orbea, i tedeschi Georg Egger e Lukas Baum, mentre la tappa conclusiva è stata fatale ai fino ad allora leader, gli svizzeri del Team Scott-Sram, Nino Schurter e Andry Frischknecht, giunti sul podio in terza piazza. In gara, per la sua prima importante partecipazione ad un evento di Mtb anche lo “squalo dello stretto”, Vincenzo Nibali che in coppia con il pluricampione Italiano marathon, Samuele Porro ha chiuso la prova sudafricana in 13° posizione assoluta.

Andrea Balboni e Luca Peveri, questa è stata la vostra terza partecipazione alla Cape Epic, differenze con le precedenti edizioni?

«E' stata la più dura - risponde Balboni - siamo passati dal Paradiso all’Inferno e ritorno. A detta di tutti i partecipanti  è stata la Cape Epic più difficile e impegnativa degli ultimi anni». Gli fa eco Luca Peveri che aggiunge: «Tanta sabbia, la sabbia è la cosa peggiore per un ciclista, quando ti trovi a non avere più gambe e trovi sabbia e come correre sulla colla, si ferma tutto, la bici non avanza più. Se poi ci si mette il vento, il gioco è fatto».

Percorso difficile quindi?

Il percorso dobbiamo dire che è stato disegnato veramente bene, estremamente impegnativo e tecnico, con salite molto lunghe, discese interminabili. Parola d’ordine: single track, sentieri e rocce, rocce e sentieri. E poi ci vuole anche tanta fortuna, le rotture sono all’ordine del giorno e quindi bisogna anche essere bravi a salvaguardare il mezzo, che è messo costantemente a dura prova. Noi fortunatamente nel corso delle otto tappe abbiamo spezzato solo una catena, riparata peraltro in breve tempo. Di contro abbiamo avuto importanti guai fisici. Io ad esempio - racconta Luca - sono incappato dopo la prima tappa in gravi problemi intestinali, con disidratazione e vomito, sono persino dovuto ricorrere al ricovero ospedaliero nella struttura da campo al seguito della corsa dove mi hanno rimesso in piedi con flebo e fisiologiche. Questo problema ha determinato da parte nostra un avvio di competizione al risparmio, ma poi con il passare dei giorni abbiamo compiuto una rimonta continua che ci ha portati sino alla 30° posizione finale».

sul podio con Nino Schurter

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