La storia del GP F1 di Montecarlo tra lusso, gioco e motori
La prima edizione risale addirittura al 1929, quando il 14 aprile i 16 piloti partecipanti al mondiale iniziarono a sfrecciare per le vie cittadine in una gara della durata di 100 giri
La Formula 1 è tornata ad incendiare gli animi degli appassionati di corse dei bolidi più affascinanti e veloci del mondo. Redbull, Mercedes, Ferrari sono solo alcuni dei team in corsa per il titolo, per quanto la scuderia austriaca sembra già aver messo le mani sul doppio titolo, costruttori e piloti, grazie al duo Verstappen-Perez. L’olandese, due volte campione del mondo, è sempre in gran forma e può contare su una monoposto che vola letteralmente su qualsiasi circuito. L’unico in grado di poter concorrere con lui sembra il compagno di squadra messicano, mentre altri piloti di alto cabotaggio sono più lontani. Tra questi c’è il monegasco Charles Leclerc, che ancora sogna, dopo la pole position della scorsa stagione, di vincere per la prima volta il Gran Premio di casa, ossia quello di Montecarlo. Il GP del Principato di Monaco è considerato uno dei più affascinanti del mondiale, anche perché uno dei più antichi e con un circuito unico nel suo genere.
La storia del GP di Montecarlo
La prima edizione risale addirittura al 1929, quando alle ore 13:30 del 14 aprile, i 16 piloti partecipanti al mondiale iniziarono a sfrecciare per le vie di Montecarlo in una gara della durata di 100 giri. La media oraria era straordinaria per l’epoca: oltre 80 chilometri orari. Ma la prima gara riconosciuta dalla FIA è quella del 21 maggio 1950, vinta da Juan Manuel Fangio su Alfa Romeo. Essa fu anche una gara d’esordio per due scuderie leggendarie come McLaren e Ferrari, rispettivamente prima e seconda nell’albo d’oro con 15 e 9 vittorie, mentre è Ayrton Senna il pilota più vincente qui: 6 trionfi. Da quel momento, il circuito cittadino, lungo appena poco più di 3 KM, stretto, in cui è davvero difficile trovare il sorpasso, e dalle curve mitiche, come la chicane delle piscine, la Santa-Devota, la curva del ristorante, la Antony Noghes (dedicata al fondatore del GP) o la Rascasse, è diventato appuntamento fisso di ogni mondiale. Particolare è anche la zona del podio, con la premiazione che avviene di solito sulla tribunetta dove la famiglia Grimaldi vede la gara.
Gare leggendarie a Montecarlo
Ovviamente, la lunghezza piuttosto scarsa del circuito, abbinato alla sua iconica strettezza, rendono i GP di Montecarlo mozzafiato e al cardiopalma, in quanto basta una piccola sbavatura per finire sui guardrail. Una volta, addirittura, questi non c’erano e di incidenti gravi ve ne sono stati nella zona portuale: nel 1967 perse la vita Lorenzo Bandini a causa di una collisione contro una bitta non protetta. Andò meglio ad Ascari e Hawkins, che finirono in mare ma vennero prontamente salvati dagli addetti al circuito. Questo perché la preparazione degli steward è di livello altissimo rispetto a quella di altri tracciati, data l’esigenza di rimuovere velocemente le macchine in caso di incidente per evitare rallentamenti o sospensioni della gara. Quindi, ogni GP si rivela leggendario già solo per questi motivi, ma ci sono state edizioni davvero indimenticabili. Una di queste è proprio quella del 1950, dato che esordì la Ferrari. Alla guida c’era Alberto Ascari, che, dopo una partenza promettente, riuscì a rimontare fino al quinto posto.
La prima di tante gare del Cavallino Rampante. Altro GP da ricordare è quello del 1982, famoso per l’aver avuto 5 race leader diversi in sole tre tornate, tra l’altro le ultime della gara. Dapprima Prost, che comandava il GP fino a quel momento, ma uscì di pista sul più bello. Poi Riccardo Patrese, che, appena diventato primo, andò in testacoda. Quindi, Didier Pironi su Ferrari, che dopo pochi km da leader, dovette ritirarsi per un problema tecnico. E’ la volta, quindi, di Andrea de Cesaris, il quale rimase in panne anche lui dopo pochi metri di primato. Sembrò fatta, dunque, per Derek Daly, che da quinto si ritrovò leader della gara, ma commise un errore pochi secondi dopo, finendo per perdere la prima posizione a vantaggio del vincitore, Patrese. L’italiano, infatti, nonostante il testacoda, riuscì ad arrivare al traguardo e a vincere il GP. Nel 1996, invece, si ricorda la grande rimonta di Olivier Panis, che da 14esimo arrivò a vincere il Gran Premio del Principato.
In epoche recenti, invece, possiamo citare il 2012, quando sei piloti riuscirono ad arrivare a meno di 6 secondi di distanza dal vincitore sul traguardo: a spuntarla fu Mark Webber su Red Bull. Il 2019, invece, ha segnato l’inizio della rivalità Hamilton-Verstappen, con l’inglese che, nonostante le gomme finite, riesce a domare l’olandese nei suoi tentativi di sorpasso, tra cui quello alla chicane del porto, andato a vuoto per pochi centimetri.
Montecarlo, non solo Formula 1
Ovviamente, Montecarlo è sede affascinante dei GP non solo per il circuito, ma anche per tutto il suo contorno. Uno degli stati più piccoli del mondo, ma completo di tutto. Residenze di lusso, porto pieno di yacht, eventi di alto cabotaggio, come il Montecarlo Film Festival organizzato tutti gli anni dall’italiano Ezio Greggio, e personalità di spicco che risiedono o visitano frequentemente il principato transalpino. Insomma, il lusso non manca, alla pari delle supercar che circolano quotidianamente nelle vie della città-stato quando non sono occupate da altri tipi di bolidi, come quelli del Rally o della Formula 1, per l’appunto. Uno dei luoghi simbolo della città, poi, non può che essere il suo Casinò, forse il più importante in Europa e uno dei più conosciuti al mondo insieme a quelli di Las Vegas negli States. Una sala che ha visto nel tempo un’evoluzione costante, specialmente da un punto di vista dell’offerta di servizi e giochi, oltre che da una prospettiva prettamente tecnologica.
Un cambiamento che, non a caso, è andato di pari passo con quello della Formula 1. In quest’ultima sono stati i motori e l’elettronica ad evolversi più di tutti, passando dai propulsori a benzina a quelli turbo ibridi, così come dal volante - frizione analogici e il cambio manuale, al volante-frizione digitali e cambio sequenziale. Una digitalizzazione e virtualizzazione delle componenti fondamentali delle monoposto che ricorda molto da vicino il medesimo processo di digitalizzazione e virtualizzazione dei casinò, passati dalle sale fisiche, come quella di Montecarlo, ai casino online, che forniscono un modo più confortevole e immediato di giocare, senza necessità di visitare le storiche sale da gioco terrestri. Entrambi i cambiamenti, quindi, hanno consentito un accesso più ampio alle rispettive esperienze, di guida e di gioco, ampliando le possibilità di partecipazione per un pubblico più ampio. Certamente, però, il casinò di Montecarlo resta una meta da visitare almeno una volta nella vita per chi ne ha la possibilità, magari proprio mentre si ha in mano il biglietto di accesso al GP di Formula 1.