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Rio2016 - Di Rocco: «La Bronzini è stata egregia»

Renato di Rocco abbraccia le sue ragazze una a una. Per tutte ha una parola di elogio, un complimento, una pacca sulla spalla. Il bronzo di Elisa Longo Borghini è la medaglia della squadra, impreziosita dal guizzo e dalla classe del singolo. Poi...

Renato di Rocco abbraccia le sue ragazze una a una. Per tutte ha una parola di elogio, un complimento, una pacca sulla spalla. Il bronzo di Elisa Longo Borghini è la medaglia della squadra, impreziosita dal guizzo e dalla classe del singolo. Poi si sa, gli italiani quando fanno festa la fanno davvero. Così appena dopo l’arrivo bloccano la zona mista scattando foto di tutti i tipi, anche con le biciclette in spalla, nonostante gli avvisi e le rimostranze degli addetti. Stiamo parlando di una medaglia olimpica e per il sogno di una carriera si può anche stravolgere il cerimoniale, almeno per qualche minuto.

«E’ una soddisfazione grandissima – spiega Di Rocco – perché abbiamo visto una squadra molto affiatata che si è mossa molto bene, seguendo le strategie preparate dal tecnico Salvoldi che con continuità riesce ad assicurare medaglie all’Italia in tutte le spedizioni. Elisa è stata eccezionale, sapendo che in volata avrebbe avuto poche chance nel finale si è sacrificata con intelligenza per ricucire lo strappo con la fuggitiva garantendosi così la medaglia. Credo sia stato un vero colpo di genio che le ha permesso di salire sul podio».

Da più parti si è detto che è stata la vittoria della squadra.
«Concordo. A iniziare da una Giorgia Bronzini protagonista nelle fasi iniziali per proseguire con Cecchini e Guderzo; tutte hanno svolto alla grande il proprio lavoro con impegno. Abbiamo avuto la conferma di un gruppo azzurro molto affiatato».

Analizzando la prova della Bronzini, si sapeva che non era il percorso adatto a lei, ma è riuscita ugualmente a fornire un contributo fondamentale recitando un ruolo da protagonista.
«Assolutamente sì. Quando un anno fa si parlava di lei nessuno la vedeva in squadra, invece Salvoldi ci ha creduto con determinazione. Conoscevamo le difficoltà del percorso, certamente non adatto alle velociste, ma nell’ultimo periodo la morfologia di Giorgia è cambiata parecchio e adesso riesce a difendersi anche in salita, tanto è vero che ha condotto la prima ascesa in testa. Il suo ruolo l’ha svolto egregiamente, come ci si aspettava e come sa fare lei, è un’atleta che sente l’evento ed è in grado di farsi trovare pronta per le grandi competizioni fornendo sempre il proprio contributo».

Che voto si merita la squadra?
«Sicuramente superiore all’8. Se 10 si assegna solo a chi vince allora l’Italia deve avere un bell’8+ in pagella. Poi nel finale le altre formazioni avevano più elementi, soprattutto la Svezia, ma le nostre sono state bravissime. Anzi, se fosse per me meriterebbero un 10 a prescindere perché su questo tipo di percorso e con le tipologie delle nostre atlete era il massimo risultato possibile».
Dal nostro inviato a Rio de Janeiro

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