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Mountain bike - Programmi e ambizioni dell'Hard Rock

Marco Bocellari, storico team manager dell’Hard Rock, parla del 2013 della sua squadra e traccia i programmi della società piacentina per la stagione corrente di mountain bike.   La stagione 2014 è oramai alle porte. Facciamo un passo indietro...

Marco Bocellari, storico team manager dell’Hard Rock, parla del 2013 della sua squadra e traccia i programmi della società piacentina per la stagione corrente di mountain bike.
 
La stagione 2014 è oramai alle porte. Facciamo un passo indietro: qual è il bilancio dell'annata 2013?
«La mia analisi a freddo della scorsa stagione è semplice: dal punto di vista dei risultati potevamo fare meglio, qualche errore e un po’ di sfortuna ci hanno privato di potenziali risultati. Ma allo stesso tempo abbiamo di che essere soddisfatti perché è grazie all’attività dell’ultimo anno che abbiamo potuto costruire i presupposti per allestire il Team 2014. Sia a livello di rapporti con gli sponsor sia per quello che concerne gli atleti che sono arrivati, l’assetto attuale è frutto di un lungo lavoro che comincia appunto durante la scorsa stagione».
 
Il team ha subito alcune modifiche di organico, con degli importanti inserimenti. Di quanti elementi è composto?
«Quest’anno lavoreremo con sei atleti. Oltre a Martin Loo, Stefano Valdrighi ed Alessandro Naspi, con cui lavoriamo già da un po’, abbiamo inserito Lorenzo Samparisi e Mattia Setti, entrambi provenienti dal Canossa e per questo negli ultimi due anni sono spesso stati alle gare insieme a noi. Pertanto l’unico importante inserimento è Gioele Bertolini, il che non è poco».

Gioele Bertolini pare essere al momento la più grossa speranza azzurra per il futuro del fuoristrada. Correrà nella difficile categoria Under23. Come sta il ragazzo?
«Gioele non lo scopriamo certo noi, un giovane di talento e personalità che nonostante la giovane età sta facendo bene da diversi anni. Ci onora che abbia scelto noi, ed allo stesso tempo sentiamo l’importanza dell’impegno che ci siamo assunti, ma non dubito che rappresenteremo per lui il Team ideale».

Il campione estone Martin Loo ha conosciuto una grande crescita lo scorso anno. Quali sono i suoi obiettivi per il 2014?
«Sono convinto che lui può ancora migliorare, parteciperà a tutta la World Cup e lo assisteremo anche in ambito Europei e Mondiali, anche se non sarà affatto semplice la sfida per lui è rappresentata dalla qualificazione olimpica, e noi lo sosterremo fino alla fine».
 
Per quanto riguarda il resto del gruppo dei giovani, quali obiettivi si è posto il team?
«Come team, è risaputo che contempliamo solo attività XC, di base parteciperemo agli Internazionali d’Italia e per tutti i ragazzi è prevista la partecipazione alla World Cup, tranne le prime due prove in cui schiereremo solo Martin Loo. L’obbiettivo che la società si pone per gli under e lo junior Naspi è la crescita graduale senza pressioni, ma visto il loro già alto livello, si può tranquillamente indicare la convocazione in azzurro per partecipare ai Campionati Europei e ai Campionati Mondiali come obbiettivo stagionale. Siamo certi che al di là degli obbiettivi questi ragazzi ci regaleranno delle belle soddisfazioni».
 
Il team ha dato il via alla brillante carriera di Marco Aurelio Fontana. Vedi già un suo successore?
«Al momento Kerschbaumer su tutti, ma anche tra i ragazzi della Forestale ci sono dei giovani atleti che indubbiamente negli anni a venire primeggeranno a livello nazionale ma anche in ambito internazionale. Saranno loro i successori, anche se credo che non capiterà molto presto. Però a livello di carattere, di capacità di essere competitivo e allo stesso tempo personaggio, mi trovo d’accordo con Fontana che in una recente intervista ha indicato Bertolini come candidato numero uno».
 
Lo stile della squadra è sempre stato quello dell'affrontare con grande serietà gli appuntamento, ma condito con sano spirito goliardico. Raccontaci…
«Si parla di stile ma non è altro che un ambiente semplice e genuino, in cui i volontari che compongono la società esprimono la loro passione, senza perdere di vista la realtà e cercando anche di trasmettere ai ragazzi i propri valori. Sapersi divertire non è difficile quando si sta facendo quello che si ama fare».
 
Siamo entrati nel biennio olimpico, verso Rio 2016. Come sono stati influenzati i vostri programmi a breve e a lunga gittata?
«Non amiamo fare programmi a lunga gittata, preferiamo rimanere con i piedi per terra. Martin Loo come detto prima, coltiva il sogno della qualificazione olimpica e noi intendiamo sostenerlo. Ma dato che è il solo atleta del suo paese che lavorerà per raccogliere i punti, per lui non sarà un’impresa facile. L’ unico programma possibile è quello di andare forte e nello specifico andare più forte dello scorso anno in Coppa, agli Europei e ai Mondiali».  
 
Bene, raccontaci allora anche i programmi a breve.
«Con i ragazzi siamo reduci da due fine settimana trascorsi in ritiro. Tra fine febbraio e inizio marzo siamo stati sul Conero (ospiti della famiglia Naspi) ed abbiamo chiuso lo stage con la gara regionale di Borgo Pace, mentre l’appena trascorso week-end abbiamo lavorato a casa (Fiorenzuola). La preparazione dei ragazzi procede bene, e pure l’approccio con i materiali nuovi è buono. Da domenica prossima si comincia a fare sul serio, la gara di domenica rappresenterà anche un test significativo, che permetterà ai tecnici Domingo Copelli e Angelo Ferrari di capire come impostare il lavoro dei prossimi mesi».

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