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Ciclismo - Bronzini: «Mondiali: pronta per la battaglia finale»

Patti chiari e amicizia lunga, magari con una medaglia al collo e possibilmente del metallo più prezioso. Il diktat iridato di Giorgia Bronzini, alla vigilia della partenza per gli Stati Uniti (volerà in Virginia, a Richmond, sede dei Mondiali...

Patti chiari e amicizia lunga, magari con una medaglia al collo e possibilmente del metallo più prezioso. Il diktat iridato di Giorgia Bronzini, alla vigilia della partenza per gli Stati Uniti (volerà in Virginia, a Richmond, sede dei Mondiali, sabato 19 settembre), non lascia spazio a dubbi o cattive interpretazioni riguardo la prova di sabato 26, tralasciando anche l’aspetto tecnico-tattico della Nazionale: «Quest’anno mi auguro solamente che le atlete convocate (le altre sette chiamate dal ct Salvoldi sono Marta Bastianelli, Elisa Longo Borghini, Elena Cecchini, Tatiana Guderzo, Rossella Ratto, Silvia Valsecchi e Valentina Scandolara, mentre la riserva in patria sarà Maria Giulia Confalonieri, ndc) non prendano iniziative sbagliate e controproducenti alla squadra come capitò l’anno scorso quando ci stavamo giocando un possibile oro. Dodici mesi fa, per quanto arrabbiata e delusa, me ne feci una ragione e me la feci passare in una qualche maniera, ma stavolta se dovesse ricapitare non starei certo zitta».

RICORDO - Il riferimento inequivocabile va a quegli ultimi dannati 300 metri del Mondiale di Ponferrada quando la Ratto anziché pilotare la Bronzini, scattò da centro gruppo lanciando di fatto lo sprint generale, salvo piantarsi ai meno 150 metri e costringendo a quel punto la 32enne piacentina ad una volata quasi da ferma ed in rimonta che non andò oltre ad un quarto posto che grida ancora vendetta. Normale quindi che la due volte campionessa del Mondo voglia mettere le mani avanti e sperare che certi errori non si ripetano più: «Ovvio che direi la stessa cosa anche se non fosse successo a me, però dobbiamo volere tutte quante il bene della squadra e solo così possiamo puntare a salire sul podio».

VOLATA - Considerando il percorso non particolarmente selettivo ma comunque nervoso (8 giri da 16,2 km per un totale di 129,6 km ed un dislivello totale di 824 metri, si correrà tra le 19 e le 22:25 ora italiana), le azzurre dovranno giocare sostanzialmente di rimessa con Longo Borghini in prima linea qualora la gara si facesse dura (4 vittorie stagionali tra cui Giro delle Fiandre), con Elena Cecchini (tricolore su strada) che entrerebbe in gioco nel caso in cui, in vista del traguardo, si avvantaggiasse una gruppetto di seconde linee o infine con la Bronzini se ci si presentasse a ranghi compatti: «Sì, potrebbe essere una delle tante soluzioni, noi dobbiamo solo capire che tipo di gara vorrà fare l’Olanda, che per me resta sempre la nazionale faro del Mondiale. Loro hanno tante soluzioni e non escludo una sparata a pochi chilometri dalla fine della Van Vleuten (cronoman e specialista dei prologhi, ndc) difficile poi da andare a prendere, però terremo d’occhio anche Armistead, Johansson, Brennauer, la campionessa in carica Ferrand-Prevot o soprattutto la mia compagna di club D’Hoore, che quest’anno ha ottenuto ben 13 vittorie».

MORALE - «Per quanto mi riguarda – chiude Giorgia Bronzini, a quota 107 vittorie in carriera e che ha già annunciato che a fine 2016 si ritirerà – arrivo da un discreto periodo, nel quale ho ottenuto risultati importanti anche per il morale, nonostante sia stata una stagione diversa dalle altre, dove mi sono ritrovata ad essere più regista che punta, ma sento che mi ha completato come atleta. Al Mondiale non ho nulla da perdere però sono prontissima alla battaglia finale». Anche questo è un diktat da tenere in considerazione.
Simone Carpanini

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