
Domenico Scorsetti, a sinistra, consegna la maglia del Pro al Sindaco Paolo Dosi
Pro - Scorsetti: «Gatti? Attacco vile e scorretto»
Nel giorno della premiazione del Pro Piacenza in Comune dal sindaco Dosi, a margine della cerimonia, Domenico Scorsetti, patron della squadra rossonera, non le manda certo a dire ai massimi dirigenti del Piacenza, Marco e Stefano Gatti. Prima...
Nel giorno della premiazione del Pro Piacenza in Comune dal sindaco Dosi, a margine della cerimonia, Domenico Scorsetti, patron della squadra rossonera, non le manda certo a dire ai massimi dirigenti del Piacenza, Marco e Stefano Gatti. Prima cerca di partire soft: «Mi spiace non essere gradito ai dirigenti biancorossi attacca Scorsetti perché io apprezzo molto invece quello che hanno fatto». Poi però le sue parole saccendono e pare proprio volersi togliere qualche pietra dalla scarpa dopo le parole di Stefano Gatti, pronunciate nell'incontro di lunedì pomeriggio: «Non tratto con una persona di 74 anni (riferito a Scorsetti, ndr) che è di Crema e che mi ha detto che fra tre anni vuole lasciare».
Questa la replica di Domenico Scorsetti: «In seguito agli insulti che i Gatti mi hanno riservato nellincontro di ieri ha proseguito penso di aver fatto bene a non partecipare alla riunione, perché il loro attacco alla mia persona è stato di uno scorretto fuori dal normale. Limpressione che mi sono fatto dei Gatti è pessima a livello personale, mentre io, invece, sono una persona corretta, gli anni che ho me li porto e ho anche un po più esperienza di loro oltre ad essere sicuramente più educato». Poi svela anche qualche retroscena: «Il 18 aprile, e ho la registrazione, mi hanno fatto chiamare dal signor Scianò per avere un incontro da loro definito ermetico. Io, dal canto mio, ho risposto che non volevo vedermi con i fratelli Gatti perché, nellincontro fatto a fine marzo, ci eravamo detti che, comunque fossero andate le cose, nessuno doveva sapere che ci eravamo visti per non creare problematiche, visto che noi lottavamo ancora per la promozione. Al pomeriggio poi, sono andato allallenamento e ho scoperto che tutti i giocatori sapevano che ci eravamo incontrati. E per questo motivo che ho rifiutato un nuovo incontro: io ho una parola sola».
Marcello Astorri