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Verso Fiorenzuola-Piacenza. Mino Lucci: «Sinceramente? Non sarò allo stadio e non proverò emozioni»

L'ex storico capitano dei biancorossi oggi è il responsabile dell'Academy rossonera. «Il mio lavoro è seguire le giovanili quindi domenica sarò con le Under. Ai miei tempi questa era una amichevole estiva che tutti aspettavano. Perché non siamo nel Piace? La domanda non va fatta a me»

Diciamo che oggi non possiamo guardare più in là del nostro naso?
«Non saprei se è davvero così o diversamente. Posso però farti una domanda: se non ci fosse questa proprietà dove sarebbe il Piacenza? Grazie a chi mette impegno è in Serie C, non annaspa, fa quello che può e lo fa in modo più che onorevole. C’è da capire che qui non esiste lo sceicco di turno o l’Arvedi della situazione».

Seconda domanda senza ipocrisia: ma allora non avrebbe avuto più senso cercare di riallacciare il nodo con gli ex biancorossi del passato al posto di allontanarli tutti? In fondo è curioso vedere domenica un Fiorenzuola-Piacenza dove, ad esempio, lei e Turrini state in rossonero.
«Sì, in effetti è una cosa piuttosto curiosa, ma questa domanda non andrebbe fatta a me, piuttosto andrebbe posta a chi nel corso dei decenni non ci ha mai coinvolto. Non riguarda solo me e Turrini, anche tutti gli altri».

Perché secondo lei non siete mai stati coinvolti?
«Non saprei, forse non ci conoscono realmente. Senz’altro non è un motivo economico e senz’altro si è adottata la politica del non volerci coinvolgere. Personalmente vivo a Piacenza da oltre 20 anni, feci una decina di anni fa un colloquio con quella che era la Lupa Piacenza post fallimento e non mi hanno mai richiamato. Più di recente ci fu una telefonata col dg Scianò, anche qui non ho più sentito nulla. Ripeto, la domanda va posta a loro non a me o a noi».

Al Pavesi proverà qualche emozione domenica?
«Sapete benissimo che sotto alla camicia ho il Piacenza tatuato sulla pelle, non lo dico per piaggeria, mi conoscete bene, ma non vivrò emozioni. Il mio lavoro è seguire l’Academy domenica sarò sui campi a vedere le nostre formazioni Under, non seguirò la partita».

Come si trova a Fiorenzuola?
«Benissimo. La società mi ha dato tutto, libertà di scelta e di impostare il lavoro sull’Academy come ritengo più opportuno. Lavorare qui al Fiorenzuola è il massimo».

E come vanno le giovanili?
«Il calcio in fondo è uguale dappertutto, qui o al Carpaneto o in altri posti ancora, cambia poco. Siamo partiti a luglio, all’ultimo istante disponibile, quindi siamo stati in ritardo nelle selezioni e abbiamo potuto preparare poco. La Primavera 4 di Turrini è stata piuttosto semplice da allestire perché di giocatori in circolazione ce ne sono, e anche interessanti. Tuttavia, per il settore giovanile che ho in testa io ci vogliono alcuni anni, è necessario piantare le radici nel professionismo se si vogliono ottenere risultati nel medio periodo. Nelle altre categorie, come le Under Nazionali, siamo invece agli albori. Siamo ancora alle fondamenta e non siamo in quella fase in cui si pensa alla competitività. Dobbiamo lavorare per avere un riscontro a lungo termine».

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