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Giovedì, 18 Aprile 2024
Serie C

Pro Piacenza - Maurizio Pannella in cinque mesi polverizza una società quasi centenaria, piccola ma sana

Stamane in sede si respirava un clima surreale, i giocatori sono tornati tutti a casa, non si giocherà contro la Pro Vercelli ma nemmeno il 27 con la Juventus U23 e il 30 dicembre a Siena. E intanto arrivano anche le dimissioni del segretario Carlo Sella

Nel salone c’è qualche giocatore, gli ultimi, che stanno chiacchierando in attesa di lasciare la città e far ritorno nelle proprie case, almeno non dovranno girare con l’armadio dentro al baule. Qualcuno parla al cellulare di manciate di euro che «fanno sempre comodo in momenti come questi», sembra che Pannella ieri abbia spartito tra i giocatori quel poco che rimaneva in cassa (e che non ha messo lui, ma sono i crediti sportivi) ma pensa di riprendersi a gennaio. A gennaio il Pro Piacenza non ci arriva a meno che qualcuno con i titoli per farlo - e sarebbe ora - non presenti istanza di fallimento in Tribunale, il giudice l’accetti e allora, a quel punto, si potrebbe avviare l’esercizio provvisorio su un club che probabilmente si ritroverà a -3 in classifica; almeno si potrebbe salvare la stagione del settore giovanile.
E Pannella? Sicuramente le colpe sono tutte ed esclusivamente sue, c’è poco da incolpare l’ex dg Morrone - che a quanto ci risulta aveva rispettato il budget deliberato - o altre persone come fatto nei pittoreschi comunicati stampa redatti dall’area comunicazione (spariti anche loro).
Colpa ce l’ha chi ha curato il trapasso dalle mani Burzoni (lasciava la società a 1 euro e perfetta sotto il profilo dei bilanci con zero debiti) alla Sèleco. Il Pro Piacenza è stato un problema unico fin dall’inizio, basti pensare che non siamo mai riusciti a incontrare qualcuno della proprietà o alcuni dirigenti come Santoro o Ciardullo. Meteore passate e volate via.
Rimangono, invece, i cocci di questo misterioso personaggio, Maurizio Pannella da Genzano, che Londrosi nei suoi scritti non esita a definire «mitomane» e «discreto ballista», o che Polverini in un’intervista descrive come una persona «convinta di ripartire a gennaio» ma non si sta rendendo conto che i calciatori se ne sono andati tutti, dal primo all’ultimo. In cinque mesi una società piccola ma sana è stata letteralmente polverizzata.

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