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Pro Piacenza - Londrosi scrive ancora: «Pannella illusionista». E spunta un'istanza di fallimento

Bordate al vetriolo da parte del direttore generale rossonero che descrive, attraverso una lettera mandata alla stampa, una situazione disarmante

Da ultimo, ma non ultimo in ordine di importanza, da giorni siamo in trepida attesa che il Tribunale di Milano-sez.2 “Fallimento e procedure concorsuali” e la sua presidente dottoressa Alida Paluchowski prendano decisioni in merito alla vicenda della società controllante il Pro Piacenza, la Seleco spa, sempre riconducibile a Pannella, in merito all'ammissione o meno al concordato richiesto. Un eventuale diniego avrebbe conseguenze nefaste anche per il Pro Piacenza. In questi giorni e a questo proposito io, l'allenatore, il segretario, l'autista, almeno un giornalista, uno steward e qualcun altro al momento ignoto ma che sicuramente esiste abbiamo ricevuto dal signor Pannella su wathsapp nell'ordine : un filmato che riprende televisori imballati in un magazzino, alcuni screenshot di messaggi tra persone che non conosciamo, che potrebbero avere la valenza di amici del Bar dello Sport, che si scambiano informazioni su navi cariche di televisori pronte a partire a spron battuto da ignoti lidi pare cinesi destinati al porto di Trieste (“è in arrivo un bastimento carico di...” e giù la battuta!), una serie di lettere scritte in inglese non si sa da chi e a chi, una foto di Matteo Corbelli con il suo cane (cosa c'entra non si sa), il campo sportivo di Genzano in pieno giorno e al tramonto, una specie di contabile di Icbc Bank scritta in cinese e in inglese, una brochure di Bandena Bank con la confidenza “mi danno uno scoperto di conto da un milione di euro allo 0,40” e altre amenità simili accompagnate dalla didascalia “Seleco riparte” oppure senza nemmeno quella (il che costituiva un discreto rompicapo per immaginare cosa volesse dirci con quelle fotografie).

In questi due mesi, invitato a farlo dal legale di Maurizio Pannella, ho svolto l'incarico di direttore del Pro Piacenza che nel frattempo era stata gestita da altri tre direttori. Avendo fiducia in chi me l'aveva chiesto, avevo accettato di buon grado convinto di trovarmi di fronte ad un imprenditore in difficoltà e spaesato quale novello frequentatore del mondo del calcio. In realtà mi sono trovato di fronte a un tipo strano, un po' mitomane, un discreto ballista, un prestigiatore, un illusionista. Una mia amica che fa l' avvocato non vuole che scriva che è un mascalzone. Io invece voglio scriverlo. Perché chi non paga la gente che lavora pur avendo la possibilità di farlo (e il signor Pannella ha questa possibilità come potranno accertare gli inquirenti quando vorranno agire) è un mascalzone. Al signor Pannella abbiamo creduto, io, i collaboratori, i giocatori rimasti al suo fianco, l'allenatore e lo staff tecnico. Anche chi mi ha presentato a lui gli credeva. Siamo stati tutti delusi. Anzi, fregati. Ci ha ringraziato per la fiducia prendendoci per il culo (sì, scrivete proprio culo, Pannella non merita un sostantivo più gentile). Appena ha appreso che avevo presentato un esposto nei suoi confronti, ha confidato a chi gli stava vicino che mi avrebbe licenziato. A parte che si licenzia qualcuno che sia stato in precedenza assunto (e io non lo sono stato, sono un semplice tesserato senza contratto e quindi non posso essere licenziato), l'unico che si deve licenziare è lui. Possiamo farne tranquillamente a meno. Noi, il calcio e la città di Piacenza.

Piacenza, 20 Dicembre 2018

Massimo Londrosi

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