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Pro Piacenza - Lo spogliatoio fa partire la messa in mora. Il settore giovanile per ora prosegue l'attività

I giocatori, supportati dai legali dell'AIC, sono compatti. Da venerdì saranno 20 i giorni in cui la proprietà è chiamata a saldare gli stipendi: altrimenti c'è lo svincolo. Il club chiede la restituzione dell'affitto del Garilli per affrontare le piccole spese correnti

Se le cose dovessero cambiare tutto potrebbe tornare ad una apparente normalità in casa Pro Piacenza, dove per cambiare intendiamo il saldo degli stipendi dei giocatori e per normalità intendiamo il normale prosieguo della stagione.
Difficile che ciò accada, ormai è chiara la volontà della Selèco e del presidente Maurizio Pannella di non immettere denaro nella società, mossa che peraltro non si è mai verificata. Lo dicono i fatti: i giocatori hanno dovuto lasciare le camere in quasi tutti gli alberghi della città dove alloggiavano, chi era in appartamento ha disdetto i contratti di affitto, giardinieri e fornitori attendono da luglio il saldo delle fatture, i giocatori non sono stati pagati, nemmeno i dipendenti e i tecnici del settore giovanile. Insomma: zero. Il perché Selèco si sia imbarcata in questa avventura rimane un mistero.

Tornando ai problemi concreti e attuali, il Pro Piacenza versa in condizioni gravissime, venerdì è confermato che partirà ufficiamente la messa in mora dei giocatori, tutto lo spogliatoio è d'accordo (dopodiché passeranno 20 giorni per poter arrivare allo svincolo, se nel frattempo la società salda le pendenze allora tutto rientra) ma ci sono dubbi, a questo punto leciti, sulla prossima gara interna contro la Lucchese del 4 novembre: per far fronte a piccole spese imminenti il Pro Piacenza (che sta andando in autogestione) ha chiesto al Piacenza la restituzione dell’affitto pagato per la partita, non giocata, contro il Siena.

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