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Piacenza e Pro: il tempo scorre e l'accordo sull'affitto dello stadio Garilli non c'è. Giorni caldi

L'accordo va trovato entro il 27 agosto, altrimenti Pro e Giana Erminio rischiano di trovare i cancelli del Garilli chiusi. Il Piacenza non ammorbidisce la posizione nonostante le pressioni politiche, i rossoneri chiedono al Comune di risolvere la situazione

Nove giorni nove. Sono ormai un paio di mesi che abbiamo evidenziato, su queste colonne, come il mancato accordo tra Piacenza e Pro Piacenza per l’affitto dello stadio rischiasse di tramutarsi in un problema di notevole dimensioni e dopo settimane di incontri e pressioni i fatti stanno andando in questa direzione. Tra nove giorni il Pro Piacenza ha fissato il suo esordio in Serie C contro la Giana Erminio ma, di fatto, non ha ancora trovato un accordo col Piacenza per il prezzo a cui prendere in affitto lo stadio e se una soluzione non viene trovata c’è la possibilità - remota, ma c'è - che domenica 27 agosto Pro e Giana Erminio trovino i cancelli di via Gorra chiusi.

La questione è ormai nota da tempo: il Piacenza ha vinto - ed è anche stato l’unico partecipante - il nuovo bando per la gestione dello stadio. Fino al 30 giugno 2017 c’era un accordo tra i due club per un prezzo di affitto, calmierato dalla precedente amministrazione comunale, di 3500 euro a gara che il Pro Piacenza doveva versare ai biancorossi. Oggi, dopo il nuovo bando, questo accordo non c’è più e il Piacenza chiede al Pro il doppio, cioè 7mila euro a partita.

Anche le posizioni sono cristallizzate da settimane. I presidenti Marco e Stefano Gatti non sono intenzionati a scendere sotto la cifra richiesta di 7mila euro (126mila per le 18 gare), il Pro Piacenza prima non saliva oltre ai 3500 euro a gara (63mila in totale) ma, negli ultimi giorni, i rossoneri sembra si siano detti disponibili ad arrivare fino a 5mila euro a partita. Il Pro Piacenza qualche giorno fa era anche uscito allo scoperto con le parole del presidente Alberto Burzoni: «La patata bollente è in mano al Comune, noi siamo in attesa di novità da parte loro. Abbiamo una carta antecedente all’emanazione del bando in cui la Figc ci dice che giocheremo al Garilli. Se poi da Palazzo Mercanti non hanno tenuto in considerazione questa opzione nel momento in cui è stato definito il bando non è un problema nostro». In altre parole il Pro chiede al Comune di trovare una soluzione o, in alternativa, di versare la differenza che c’è tra domanda e offerta (63mila euro).

Il Piacenza, invece, ha subito alcune pressioni più o meno velate per ammorbidire la propria posizione, chi frequenta quotidianamente il campo di allenamento infatti avrà notato la doppia visita di due noti politici piacentini - area centrodestra - che alle sedute pomeridiane della squadra di Franzini non si erano mai visti. Non solo i politici, ma anche alcuni imprenditori hanno cercato di svolgere la funzione di mediatori tra le due società che, sebbene si tenti spesso di dire il contrario, stanno riducendo il proprio rapporto ai minimi termini e la questione stadio ne è l’esempio più semplice. Il Piacenza alcune settimane fa si era detto disponibile a rinunciare al bando e versare 7mila euro a gara al Pro Piacenza considerando che la gestione complessiva dello stadio ammonta a quasi 300mila euro per un’intera stagione, ma la soluzione proposta non è stata presa in considerazione.

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