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Martedì, 23 Aprile 2024
Serie C

Gli elogi di Ghirelli al Fiorenzuola. «Una società modello, una corazzata della Serie C». VIDEO

Una giornata in Valdarda per il presidente della Lega Pro. «Un club virtuoso che deve essere preso ad esempio da tutti»

Subito dopo si parla di giovani, un altro dei punti forti della riforma che Ghirelli sta provando a portare avanti nel mondo del calcio. «In Valdarda dimostrano che si possono ottenere risultati importanti anche facendo giocare i ragazzi, perché se sono bravi vanno messi in campo, senza guardare alla carta d’identità. Il Pescara, per fare un altro esempio, è secondo in classifica a tre punti dalla corazzata Catanzaro ed è terza in Italia come minutaggio dei giovani. In Champions League scendono in campo giocatori di 17-18 anni, in Italia si considera poco maturo uno di 24 anni. Volete un altro esempio? Noppiert, che sta giocando i Mondiali con l’Olanda: giocava nel Foggia dove in una stagione e mezza ha disputato otto partite. Ma gli esempi potrebbero proseguire all’infinito: Spinazzola e Morata hanno più o meno la stessa età, lo spagnolo è andato direttamente in nazionale, l’italiano è passato da una lunga serie di prestiti prima di trovare la consacrazione definitiva».

E per far crescere i giovani sono necessarie infrastrutture. «Ci vogliono impianti – spiega Ghirelli – e anche professionisti, come allenatori e preparatori atletici, dedicati esclusivamente ai ragazzi. Anche la federazione in questo settore si è mossa in ritardo, basti pensare che al Centro Tecnico di Coverciano solamente due anni fa si è organizzato il corso per Responsabili dei settori giovanili».

Chiusura su un punto fermo del Ghirelli-pensiero, la nuova riforma della Serie C che prevede un’iniziale divisione in gironi geografici e una seconda fase nazionale prima dei play off. «Negli stadi non ci sono i ragazzi, che però si presentano per seguire i play off. Per coinvolgerli non possiamo dare interattività oppure una riduzione drastica dei tempi di gioco, per questo bisogna puntare sulle emozioni, trasformando ogni partita in un evento. Oggi il calcio perde 1 miliardo e 200 milioni ogni anno, la Serie C incide solo per 90 milioni. Per questo i cambiamenti devono riguardare tutta la filiera, dalla Serie A fino alla D».

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