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Fagioli e il primo giorno con l'Italia dei grandi. «Emozionante e divertente. Quando mi hanno detto della convocazione? Stavo dormendo». VIDEO

Il centrocampista piacentino della Juventus racconta le sensazioni della sua prima chiamata da parte di Roberto Mancini

Non è stato un giorno come gli altri per Nicolò Fagioli. Quella divisa azzurra l’ha già indossata tante volte in passato con l’Italia giovanile, ma quando si tratta della nazionale maggiore il sapore è completamente diverso. Nicolò l’aveva assaggiato in occasione di uno stage a cui Roberto Mancini aveva convocato i giovani più promettenti, adesso però è la nazionale vera, quella che affrontando in amichevole Albania e Austria inizia un nuovo cammino dopo due dolorosissime eliminazioni dai Mondiali.

Il centrocampista della Juventus è stato il protagonista di una trasmissione della Figc insieme al compagno di squadra Fabio Miretti; entrambi si sono fati conoscere meglio dal pubblico rispondendo anche a una serie di domande dei tifosi.

«Il primo giorno con l’Italia dei grandi – ha spiegato Fagioli - è stato emozionante e divertente. Sto facendo di tutto per godermi il momento».

Curioso poi il racconto di come ha saputo della convocazione. O meglio, di come glielo hanno comunicato le decine e decine di messaggi ricevuti sullo smartphone.

«Il giorno dopo la trasferta di Verona ero stanco e stavo dormendo a casa. Onestamente non me l’aspettavo e non me ne ero nemmeno accorto perché ero a letto. Poi quando mi sono svegliato ho visto tutti i messaggi di complimenti sul telefono e mi sono reso conto di cosa fosse successo».

Da quel momento ovviamente è iniziata la festa. «Mi hanno chiamato i miei genitori e tanti amici. Erano tutti felicissimi, è stata davvero una grande emozione».

Poi, rispondendo alle domande dei conduttori, il piacentino ha svelato alcuni suoi segreti. «Che azzurro del passato vorrei essere? Del Piero, è stato il mio idolo fin da piccolo. La manifestazione extra calcio che vorrei vincere? Wimbledon. Amo il tennis, mi piace vederlo e giocarlo, mi sono appassionato grazie a mio nonno. E poi mi piacerebbe essere il professore della Casa di Carta, oppure Spiderman, il mio supereroe preferito. Ma solo perché – ride – è l’unico che conosco bene».

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